Primomagggio

Ventimila battute sotto i mari

Primomagggio

“Certo che se fossi ’n’impiegato statale greco oggi me roderebbe tanto er culo”, sospirò Venanzio senza alzare gli occhi dal Messaggero, aperto sulla notizia dei tagli al bilancio imposti da Unione Europea e Fondo Monetario alla Grecia in cambio di un prestito gigantesco, per evitarle la bancarotta.
“Insomma, le banche fanno l’impicci, i professionisti, come qui da noi, nun pagano le tasse, e i sacrifici chi li deve fa’? Com’era la storia der cetriolo Virgi’?”. Virgilio armeggiava con le zampe del barbeque cinese comprato per 19 euro e 90 al top discount.
Non ci capiva più un cazzo con quelle istruzioni “che ce vorebbe ’na laurea in ingegneria” piene di disegnini imprecisi e frasette smozzicate e ambigue. Il prato intanto cominciava a riempirsi di famigliole, freesbee e palloni e qualcuno aveva già cominciato a bruciare carbonella.
Virgilio, più che all’economia greca pensava a sua moglie Carletta, che avrebbe scosso la testa davanti alle viti e ai bulloni del barbecue cinese sparsi sulla tovaglia a quadrettini bianchi e rossi.
“Devi pure considera’, Virgi’, che in Grecia c’è ’na sinistra radicale organizzata e pure parecchio combattiva, non penso che ’sti tagli passeranno tanto facilmente”, Venanzio si rese conto che anche questa sua ultima osservazione non aveva sortito alcun effetto sul cognato che si grattava il barbozzo contemplando sconsolato quel meccano scomposto che doveva trasformarsi nel centro del loro primo maggio, questa magnata sull’erba convocata con sms che infatti parlavano di “barbeque”, quel barbeque che per adesso giaceva smolecolato fuori dalla sua scatola.
Venanzio piegò con cura il giornale e si fece sotto, perché tutto sommato non era uno di quelli che si estraniano dalla lotta.
ove non erano riusciti i geroglifici alieni delle istruzioni, riuscì quella vena di competizione strisciante che si impossessò dei due cognati. Il braciere cominciava a prendere forma, non tutto era perduto.
“E se scoppiasse la rivoluzione?” “Me pare che c’è tutto quello che serve, crisi economica dura, un nemico esterno, ce manca solo un bel partito comunista bene organizzato” “Mica è vero, in Grecia di partiti comunisti ne hanno addirittura due” era arrivato Franchino, l’intellettuale di famiglia, fresco come una rosa e pronto con mossa paracula, a stringere l’ultimo dado a farfalla del capolavoro ingegneristico che ora faceva splendida mostra di sé sul prato, bello di un incongruo color rosso ferrari: il barbeque.
“E menomale che è arrivato Franchino che se no magnavamo domani” la voce di Patrizia, la Suocera, per uscire si era dovuta fare strada nei meandri intasati e irritati dei bronchi da fumatrice dell’ex direttrice di ufficio postale in pensione. Intanto le siluette assortite di Carletta, Stefania e Carola entravano in scena, controluce, trascinandosi dietro un paio di passeggini, le due cuginette Asia e Ambra vestite di rosa e una gigantesca borsa termica.
“Vabbe’, in Grecia prendere il controllo della situazione non è nemmeno difficilissimo, metà della popolazione vive ad Atene e chi comanda là comanda in tutto il Paese” “Ma ce penzi Franchi’? Un governo rivoluzionario e magari comunista proprio in Grecia” Venanzio si infervorava all’idea anche perché dalla borsa termica era saltata fuori la prima bottiglia di Orvieto Superiore da cui con destrezza aveva estratto il tappo in materiale composito e versato in bicchieri di plastica bianca un aperitivo per i presenti. Alessio dal passeggino gorgogliava di felicità al centro di quell’intenso scambio di bicchieri. Virgilio ormai trafficava con sicurezza con il sacchetto di carbonella ed era bastato un cenno alla moglie Carletta per mettere in moto un lavorio di preparazione alla cottura, di ghirlande di salsicce e bistecche di collo di maiale, perciò finalmente disse anche lui la sua: “E appena assunto er controllo della situazione lo sapete che bisognerebbe fa’? Chiedere aiuto a Chavez o a Morales, petrolio a prezzo politico per esempio” “e ve sembrerà ’na bestemmia ma cercherei ’n’alleanza militare co’ l’Iran” Franchino, che votava per il PD fece con la bocca la smorfia che farebbe chiunque dopo avere saputo che la polpettina gustosa e saporita appena mangiata era fatta con carne di ratto. “Questo è il modo di ragionare che condanna la sinistra a sconfitte perpetue”. “Sinistra? Questa è la resa assoluta ad ogni prospettiva di cambiamento”. Virgilio sistemava la carta per accendere la carbonella ma non rinunciava alla polemica: “Insomma, questi se guardano intorno e vedono case milionarie, macchinoni ai semafori, ristoranti pieni de gente che le tasse non le paga e i sacrifici chi li deve fa’? Non te ricorda qualcosa ’sta situazione?”.
I bicchieri di plastica andavano e venivano, insieme ai tramezzini mentre sul tavolo si formava una mostra di carne insaporita pronta per la griglia. Venanzio che aveva ripreso posizione vicino alla suocera la buttò sul ruolo della finanza internazionale: “E poi ve sembra possibile che un paese intero, persone vere in carne ossa e stracci, possano dipende’ da quattro o quaranta o quattrocento speculatori chiusi dentro ’na stanza davanti a un cazzo de computer?” Virgilio con l’accendino non riusciva ad andare oltre un sommario bruciacchiamento degli angoli della carta nel braciere, la carbonella non ne voleva sapere di accendersi. Franchino non aveva ritenuto opportuno replicare, tanto distante era quel modo di vedere le cose. Carletta si avvicinò con la soluzione alle difficoltà di Virgilio: una bella bottiglietta di alcol denaturato. Con generosità cominciò ad innaffiare carta braciere e carbonella. “La Grecia è un paese piccolo ma i problemi che deve risolvere sono quelli che toccano tutti, l’incendio se pò propaga’ a tutta l’Europa!” Virgilio avvicina l’accendino alla carta zuppa di alcool. La fiammata è improvvisa e di un azzurro tenue tenue quasi trasparente, si incendiano la carta, i vapori di alcol e si incendia pure Virgilio. La sora Patrizia sbarra gli occhi per la sorpresa, Carletta inorridisce e Franchino? Franchino agita il bottiglione di Guizza ultra frizzante, poi svita il tappo e come usasse un estintore spegne Virgilio che si ritrova con la Lacoste solo un po’ bruciacchiata. Mentre Carola guarda il marito eroe con gli occhi lucidi, Patrizia rantola: “Meno male che c’è Franchino”. Come in coro Virgilio e Venanzio sbottano: “Meno male che c’è Franchino, Franchino che spegne l’incendio!”.

Grande come una città
Grande come una cittàhttps://grandecomeunacitta.org
Grande come una città è un movimento politico-culturale, nato a Roma, nel Terzo municipio, per promuovere l’incontro fra le persone, creare luoghi e momenti di confronto, nella condivisione di valori come inclusione, nonviolenza, antifascismo, e nel rispetto di tutte le opinioni, etnie, religioni e orientamenti sessuali.

Post correlati

Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Seguici

7,571FansMi piace
1,779FollowerSegui
628IscrittiIscriviti

POST RECENTI