Chi sono i veri finlandesi?

Nella foto:  celebrazione dei 100 anni di Indipendenza sulle note di Sibelius (06.12.2017)

Sabato 6 Aprile. La sala d’aspetto dell’Ambasciata finlandese a Roma è popolata stamattina, più del solito. L’atmosfera è rilassata e formale al tempo stesso. Due ragazze, capelli lunghi biondi, chiacchierano in disparte, sedute su due sgabelli, una coppia di anziani attende in silenzio, affondata in un divano di pelle nera. Altri cinque elettori sono in piedi. Consultano delle liste elettorali, affisse su una parete di vetro; grandi fogli bianchi, le liste dei partiti in lizza e i loro candidati. La Finlandia è suddivisa in 13 Vaalipiiri (circoscrizioni). Helsinki è l’unica città a coincidere con una circoscrizione, le altre includono città importanti come Turku, Tampere, Oulu e le loro regioni di appartenenza. Oltre il vetro, il seggio, molto semplice ed evocativo: un lungo tavolo presieduto da tre donne, una delle quali è la Console, l’unica in piedi, una piccola cabina elettorale, al cui interno si trovano una penna e un foglio informativo che riporta le istruzioni sul modo corretto di scrivere i numeri da 1 a 9. Su un tavolo a parte è posta l’urna elettorale, dove ogni elettore potrà inserire due buste separate.

Al quartier generale dei Perussuomalaiset il pubblico fa il segno dei suprematisti bianchi

Li Andersson, leader di Vasemmistoliitto (Alleanza di Sinistra)

Lascio la mia compagna a conversare ed esco al sole del Giardino Sigmund Freud, un angolo tranquillo del quartiere Parioli. Oggi la posta in gioco è alta. Keskusta (ex Agrario), il partito di centro che ha tenuto le redini del governo negli ultimi quattro anni è, nelle poche voci che riesco a intercettare, destinato ad uscire penalizzato più di altri. Il premier e uomo d’affari, Juha Sipilä, si è dimesso, ammettendo i suoi fallimenti, in primo luogo il mancato raggiungimento del suo primo obiettivo, la riforma del sistema sanitario assistenziale. Keskusta esce di scena, la grande domanda è chi ne trarrà vantaggio. L’incognita, paura per alcuni, speranza per altri, è come ne uscirà Perussuomalaiset, il “Partito dei veri finlandesi”, la formazione populista, euroscettica e antimmigrazione guidata da Jussi Halla-aho.

Juha Sipilä, premier dimissionario, leader di Keskusta (ex Agrario)
Jussi Halla-aho, leader di Perussuomalaiset

Rientro in Ambasciata. Le operazioni di voto procedono con la classica regolarità e calma apparente dei momenti pubblici Finlandesi. Gli elettori che hanno già votato si fermano a parlare con chi è in attesa del proprio turno. Passa anche l’Ambasciatore Janne Taalas, sta accompagnando un amico a votare, ci saluta calorosamente. Taalas è vicino alla conclusione del suo mandato, dal 1 luglio sarà sostituito da una donna, il nuovo Ambasciatore Pia Rantala-Engberg. Una signora, prima di andare via, ricorda a tutti la Maratona di Roma di domani, una delegazione di finlandesi parteciperà alla versione non competitiva, avvolti nelle bandiere. Solo un piccolo gruppo non interagisce con alcuno. Sono con tutta probabilità turisti di passaggio, una veloce sosta in Consolato per votare. Oggi non saranno gli unici ad approfittare di questa possibilità. Il voto anticipato è infatti previsto da molti anni, per tutti coloro che potranno avere difficoltà a recarsi alle urne nella data ufficiale delle elezioni, che quest’anno è domenica 14 aprile, tra otto giorni. Chi vorrà avrà a disposizione quattro giorni per votare negli uffici postali se in Finlandia, o nei consolati se all’estero. E chi approfitta di questa opportunità non è una piccola minoranza, ma si aggira intorno al 36% dell’elettorato, una pratica in vigore da decenni.  Inoltre quest’anno, per la prima volta, i Finlandesi residenti all’estero potranno votare anche per lettera, richiedendo l’apposito kit per tempo.

Pia Rantala-Engberg, futuro Ambasciatore dal 1 luglio 2019
Janne Taalas, Attuale ambasciatore

Domenica 14 Aprile. Ci siamo. La percentuale dei votanti, anche grazie alle nuove misure adottate, è del 72%, con punte vicine al 77% nella capitale Helsinki. L’opposizione a Keskusta ha più facce: quella di una sinistra tradizionale, i Socialdemocratici del SDP, quella ecologista dei Vihrea Liitto (Verdi) e quella di Vasemmistolitto, formazione di sinistra, nata dalle ceneri del Partito Comunista Finlandese. A destra dominano i populisti di Perussuomalaiset, tallonati dai liberali di Kokoomus, popolari soprattutto in ambiente urbano. YLE, la televisione di stato, trasmette in diretta l’arrivo dei risultati parziali e i commenti degli esponenti dei partiti in lizza.
Questa sera però le elezioni non sono l’unico evento che inchioda i Finlandesi allo schermo. La nazionale finlandese femminile di hockey su ghiaccio è giunta alla finale dei Mondiali, dopo aver eliminato un gigante, il Canada. Stiamo parlando dello sport nazionale, l’equivalente del calcio in Italia. Di fronte ci sono gli Stati Uniti, si gioca a Espoo, città satellite di Helsinki. Insieme alla capitale e alla città di Vantaa, formano la Helsingin seutu, la cosiddetta Greater Helsinki, quasi 1,5 milioni di abitanti, un numero importante se rapportato alla popolazione totale, circa 5 milioni di persone. La partita in sé risulta una incredibile beffa: la squadra segna un punto decisivo, gli USA sono battuti, pubblico e giocatori esultano, i giornalisti politici non possono ignorare quanto sta accadendo e la notizia tracima, tra interviste a candidati, percentuali e proiezioni. Poi l’arbitro rivede la dinamica dell’ultimo maali, il gol decisivo, e lo annulla. Si va ai rigori, e la Finlandia giunge seconda. Stiamo seguendo la diretta di entrambi gli eventi su YLE e i due commentatori, i giornalisti Piia Pasanen e Matti Rönkä, glissano elegantemente e la notizia esce letteralmente di scena, non se ne parlerà più per tutta la lunga serata televisiva, come se non fosse mai accaduto nulla.

Infine, giungono i primi risultati e contemporaneamente al mio fianco si infittisce lo scambio di sms e messaggi whatsapp tra Italia e Finlandia. Le novità sono tante, e il quadro che emerge è molto preciso, sintetizzabile in cinque espressioni: frammentazione, polarizzazione, aumento delle donne in Parlamento, successo dei Verdi e piccola riscossa della sinistra. Sono i tre partiti storici a muoversi. Movimenti che dall’Italia possono sembrare minimi, ma che spostano l’equilibrio della politica Finlandese. Keskusta, l’ex Partito Agrario (1906), partito centrista e avversario storico dei Socialdemocratici, perde più del 7% del suo elettorato, e rinuncia a ben 13 parlamentari (31 seggi finali); Kokoomus (1918), di orientamento liberale e conservatore, conserva i suoi voti e anzi guadagna un seggio (38 finali); i socialdemocratici del SDP (Suomen Sosialidemokraattinen Puolue, 1899) recuperano ben 6 seggi, risultando alla fine, per pochissimi punti percentuali, il primo partito (40 seggi), superando sul filo di lana Perussuomalaiset (1995) che, pur guadagnando un parlamentare, si ferma a 39 seggi.

A un passo dal dirupo. Per una manciata di voti, circa 5.000, sarà quindi il socialdemocratico Antti Rinne a ricevere l’incarico di formare il governo e non Jussi Halla-aho, euroscettico e xenofobo. Un sospiro di sollievo. E ci rinfranchiamo soprattutto con il risultato di Vasemmistoliitto (Alleanza di Sinistra, 1990), che aumenta il suo consenso del 25%, portando 16 deputati in Parlamento, e con quello dei  Vihreä Liitto, i Verdi (1987), che guadagnano 5 nuovi deputati, portando la loro delegazione a 20 seggi, diventando un interlocutore potenziale per la creazione del nuovo governo e risultando il primo partito a Helsinki, dato ancora più importante sul piano simbolico.

Antti Rinne, attuale leader SDP (Suomen Sosialidemokraattinen Puolue)

YLE continua la sua diretta e i collegamenti con i quartier generali dei vari partiti. La polarizzazione è ben descritta da un dato, sottolineato da tutti gli analisti politici: i due candidati più votati risultano lo xenofobo e nazionalista Jussi Halla-aho dei Perussuomalaiset, con più di 30.000 voti personali, e la giovane Li Andersson (1987), leader di Vasemmistoliitto (Alleanza di Sinistra), con quasi 24.400 preferenze. Un uomo di 48 anni ed una donna di 32 anni. Il quadro è completato dal successo di Pekka Haavisto, leader dei Verdi, obiettore di coscienza e omosessuale dichiarato, convivente con un uomo Ecuadoriano, e dal record storico della presenza femminile, che con queste elezioni vede entrare in Parlamento ben 92 donne, su 200 seggi disponibili.

Pekka Haavisto, leader Vihrea Liitto (Verdi)

Due visioni politiche del futuro del Paese antitetiche, alla vigilia della nuova Presidenza dell’Unione Europea, che dal 1 luglio 2019 spetta alla Finlandia. A dispetto del numero esiguo di cittadini, poco più di 5 milioni, la Finlandia occupa un posto importante nell’immaginario collettivo Europeo e la visione che prevarrà avrà un peso sul piano politico e simbolico.

Per approfondire:
YLE:   https://yle.fi/
https://yle.fi/uutiset/osasto/news/sdp_takes_top_spot_populists_rally_heavy_losses_for_pms_centre_in_finnish_election/10739392
https://it.euronews.com/2019/04/15/cosa-pensano-i-finlandesi-del-risultato-elettorale
https://rondine.fi/elezioni-politiche-in-finlandia-vincono-le-donne-e-la-frammentazione-coalizione-di-governo-problematica/?fbclid=IwAR0aNsJ7JTZ39PyGAuNxqryC_PejLB1z1r-asHC4_t85Fn9Dnnv6KDz7y9g

Grande come una città
Grande come una cittàhttps://grandecomeunacitta.org
Grande come una città è un movimento politico-culturale, nato a Roma, nel Terzo municipio, per promuovere l’incontro fra le persone, creare luoghi e momenti di confronto, nella condivisione di valori come inclusione, nonviolenza, antifascismo, e nel rispetto di tutte le opinioni, etnie, religioni e orientamenti sessuali.

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