Cane robot

Sta lucidando il bicchiere da un secolo e passa quello che gli dice «’giorno che prende? » mentre si mette un fazzoletto sul sudore delle orecchie e spiaccica sul tavolo una banconota e dice whiskey doppio, doppio ghiaccio che il barman smette di asciugare e senza guardarlo dice «questi sono fottuti pesos messicani gringo… » poggia lo sguardo sulla tavolaccia si accorge raccoglie mette via e sostituisce con un bel dieci dollaroni superamericani e all’improvviso da non si sa dove con rumore di ferraglia mai oliata una scarcassata sagoma nera e bianca a forma di bestia quadrupede con le orecchie nere ed aguzze grugnolando inferocito si lancia scorracchiando verso lui il suo collo ed il suo whiskey che lascia cadere afferrando agile una Desert Eagle .50 e sparacchia tutto il caricatore sull’immane mostro fumante disarticolandolo più che sia possibile e lasciando il catorcione a contorcersi sul pavimento tutto molle al vento. «Cazzo!» dice ricominciando a pulire il secolare bicchiere in una cortina di fumo bianco, «era tempo che mi chiedevo dove fosse finita quella fottuta massa di ferro e merda…»

ndr
Il racconto è antecedente ad ‘AlphaDog’, l’incubo in fotografia. È una macchina da guerra dei Marines statunitensi ed è reale, una Desert Eagle .5o non basterebbe ad abbatterlo.