dalle 18:00 alle 20:00
238 Hangar delle Arti
via Monte Berico, 5 Roma
Al di là delle recenti mobilitazioni metropolitane antirazziste e delle numerose lotte dei migranti per i diritti sociali (casa, lavoro, cittadinanza ecc.), appare evidente che in Italia e Europa le pratiche teoriche e politiche antirazziste stiano attraversando un momento di impasse. Si tratta di un limite particolarmente evidente di fronte alla stretta razzista impresa al tessuto sociale dalla congiuntura “sovranista”. Il presente intervento cercherà di mostrare come le concezioni teoriche del razzismo differenzialista e dell’antirazzismo, ostili all’uso del concetto di razza e dominanti anche nell’antropologia, non sono più adatte a comprendere le forme di razzismo della società europea contemporanea. L’idea alla base della presente proposta è che nelle sue espressioni dominanti l’antirazzismo europeo continui a non andare oltre un tipo di critica “ideologico-culturale”. Mentre l’esperienza vissuta di buona parte di quei 6 milioni di stranieri residenti in Italia con regolare permesso di soggiorno, sta rivelando l’esistenza di una crescente razzializzazione sociale ed economica dello spazio sociale, il discorso antirazzista dominante continua a combattere le sue lotte come se il razzismo dipendesse unicamente da un mero identitarismo culturale: una manipolazione ideologica incentrata su un insieme di rappresentazioni “sbagliate”, poiché apertamente discriminatorie.
Attraverso gli studi più significativi sul razzismo il presente intervento vuole sottolineare: da una parte, che il razzismo non costituisce qualcosa di monolitico, ma un fenomeno in costante metamorfosi; poiché per rendersi socialmente efficace, deve essere continuamente rimodellato a seconda dei diversi contesti storico-geografici; dall’altra, si intende mettere in evidenza che l’antirazzismo dominante in Europa è ancora quello degli anni ’80, plasmato in buona parte da testi come La forza del pregiudizio (1983, Taguieff), Razza, nazione, classe (Balibar, Wallerstein, 1988) e Lo spazio del razzismo (1990, Wieviorka) e quindi dalle loro critiche a ciò che chiamavano il “razzismo differenzialista” o “neo-razzismo”. Queste prospettive, nel loro assumere l’antisemitismo nazista come forma ideal-tipica del razzismo moderno e nella loro sottovalutazione dell’importanza del passato coloniale nelle articolazioni politico-egemoniche contemporanee, finiscono per non mostrarsi più all’altezza delle sfide della presente congiuntura. A livello teorico, l’analisi del razzismo continua ad affidarsi alla tradizione del marxismo bianco europeo anzichè trarre insegnamento dalla tradizione, più ricca e articolata, dei Black Studies e del pensiero radicale africano-americano e africano-caraibico. Così. soprattutto in Italia, espressioni come “razzismo strutturale”, “razzismo istituzionale” e “segregazione sociale” non finiscono mai di “nominarsi”, di insediarsi come questioni primarie nel dibattito pubblico antirazzista.
Miguel Mellino è docente di Studi Postcoloniali e Relazioni Interetniche all’Università di Napoli «L’Orientale». Tra le sue pubblicazioni, Stuart Hall: Cultura, Razza e Potere (ombre corte, 2015), Cittadinanze Postcoloniali. Appartenenze, razza e razzismo in Italia e in Europa (Carocci, 2012), Post-Orientalismo. Said e gli studi postcoloniali (Meltemi, 2009), La Cultura e il Potere. Conversazione sui Cultural Studies, con Stuart Hall (Meltemi, 2006), La Critica Postcoloniale. Decolonizzazione, capitalismo e Cosmopolitismo nei Postcolonial Studies (Meltemi, 2005), Governare la crisi dei rifugiati. Sovranismo, neoliberalismo, razzismo e accoglienza in Europa (DeriveApprodi, 2019).
La scuola di politica nasce nell’ambito delle iniziative di Grande come una città, un gruppo di persone nato nel Terzo municipio, con l’idea di promuovere iniziative, incontri ed eventi nell’ambito di una chiamata alle arti permanente rivolta a tutti i cittadini.
Pensiamo che la cultura sia uno strumento di educazione al confronto e all’immaginazione della società, nelle mani di una moltitudine di persone che si mette in rete riappropriandosi degli spazi pubblici e privati, trasformando giardini, parchi, cortili, piazze, circhi, librerie, cinema, scuole, biblioteche in piccole agorà, snodi di un tessuto comunitario, luoghi in cui desideri, riflessioni e punti di vista trovano espressione e ascolto.
La scuola di politica popolare “Il Terzo Incomodo” è una scuola a iscrizione gratuita, aperta a tutte e tutti, uomini e donne, ragazze e ragazzi, donne e uomini di pace, costruttori e costruttrici di ponti, che hanno voglia di mettere insieme dubbi, riflessioni ed esperienze, di unirsi per dar vita a pensieri e a pratiche comuni, e che credono possibile lavorare insieme per trasformare il mondo.
Il Terzo Incomodo è quello che ti sorprende, l’ospite inatteso, la variazione sul programma definito, è il granello di polvere che inceppa l’ingranaggio e ne modifica il movimento e la direzione, è il seme che coltiva spazi abbandonati o ancora tutti da immaginare…
L’idea della scuola è di offrire strumenti per comprendere la complessità del nostro tempo, analizzandone i temi e le teorie critiche più rilevanti, attraverso un percorso di rialfabetizzazione democratica. Si discuterà, tra i vari temi, di modelli economici e politici, democrazia e post-democrazia, beni comuni, razzismi e femminismi, identità e migrazioni, partecipazione e beni comuni, mediattivismo e comunicazione.
La scuola è articolata in incontri seminariali tematici e laboratori pratici, che avranno luogo da gennaio a luglio 2019.
info: [email protected]
* accessibilità – non sono presenti barriere architettoniche per l’ingresso
– sono presenti servizi igienici per disabili (wc chimico)
– non è presente un parcheggio per disabili* linee ATAC – http://www.atac.roma.it
* fermata Adriatico/Lampedusa – linee 86, 90, 336, 337
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Lezioni precedenti
18/01/2019 – I lezione – Ida Dominijanni – Democrazia al limite
08/02/2019 – II lezione – Mario Tronti – Non possiamo vivere senza la politica
22/02/2019 – III lezione – Mario Pianta – I quarant’anni ingloriosi. Ascesa e caduta della globalizzazione neoliberista
26/02/2019 – IV lezione – Justin E. H. Smith – Classificare le persone nell’epoca dei social media
02/03/2019 – I laboratorio – Valerio Gatto Bonanni – Comunicazione-guerrilla
09/03/2019 – V lezione – Michael Herzfeld – L’ossessione identitaria. Ambiguità e razzismi
22/03/2019 – VI lezione – Francesca Re David e Roberto Ciccarelli – Lavoro e umanità
01/04/2019 – VII lezione – Iyad El-Baghdadi, Catherine Cornet e Giuliano Battiston – Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l’Occidente
06/04/2019 – II laboratorio – Valerio Gatto Bonanni e Emanuele Profumi – Partecipazione diretta e facilitazione
12/04/2019 VIII lezione – Guido Liguori – Egemonia e subalternità in Gramsci oggi
29/04/2019 – I assemblea – Grande come una città incontra Barca e il Forum Disuguaglianze Diversità – Assemblea aperta sulle 15 proposte per la giustizia sociale
11/05/2019 – IX lezione – Caterina Botti e Federica Giardini – Femminismi oggi: le teorie e le pratiche.
14/05/2019 – X lezione – Peter Frase e Christian Raimo – Quattro modelli di futuro. C’è vita dopo il capitalismo
17/05/2019 – XI lezione – Laura Pennacchi e Alberto Castagnola – Verso un’economia solidale. Quali alternative al neoliberismo
29/05/2019 – XII lezione – Wolf Bukowski e Donatella Di Cesare – Zone rosse e fioriere. L’ossessione per sicurezza e decoro