dalle 17:30 alle 19:30
Liceo Ginnasio Statale “Orazio”
via Alberto Savinio, 40 Roma
È vero che non si può vivere senza politica. Il problema è che oggi è molto difficile vivere con “questa” politica che abbiamo di fronte. Problema che porta ormai la maggioranza del popolo a rifiutare la politica e, anzi, ad essere vittima di una pulsione antipolitica. È di questo che dobbiamo ragionare.
La crisi della politica attuale va vista su più scenari: globale, europeo, nazionale. La scena globale ci fa risalire a cause strutturali: le grandi trasformazioni del capitalismo, nel passaggio dalla centralità dell’industria alla centralità della finanza. La scena europea ci rinvia alle difficoltà incontrate nel processo interrotto da una Unione economica a una Unità politica. La scena nazionale ci porta a riflettere sulla fine della prima Repubblica e sulle altre cosiddette, seconda Repubblica e oltre. Come si vede la crisi della politica non è cosa di oggi, ha una storia, ha dei tempi e dei modi, percorsi e incidenti di percorso.
Bisogna intendersi su che cos’è politica. Qui c’è molta confusione sotto il cielo. E la pratica, e la cultura, di quello che oggi si chiama sinistra, non ha avuto e non ha le idee chiare. Allora bisogna dipanare la matassa. Io ho la mia idea di politica. E questa esporrò. Non è una cosa semplice. La politica è sempre insieme pensiero e azione. E non sempre le due dimensioni si trovano a convivere pacificamente. Arrivano persino, in stati di eccezione, a contraddirsi. Il compito, intellettuale e pratico, è di tenerle comunque insieme.
Ma ne parleremo.
Mario Tronti è uno dei più noti pensatori politici italiani (o meglio, come lui stesso ha preferito definirsi, un “politico pensante”). Militante iscritto al PCI negli anni cinquanta del Novecento, nel corso degli anni sessanta partecipa alla nascita dei Quaderni Rossi e fonda e dirige successivamente Classe operaia ed è, in tal senso, uno dei protagonisti dell’operaismo italiano: un’analisi politica imperniata sulla soggettività della classe operaia e sulla centralità politica delle lotte delle fabbriche. Testo chiave nella definizione di questa critica politica è, nel 1966, il suo Operai e capitale. Prende corpo così, in quegli anni in Italia, una sinistra marxista alternativa al PCI, che si svilupperà nei movimenti politici degli anni successivi.
Il giudizio critico sulla capacità trasformativa della visione operaista – e, successivamente, sul movimento del sessantotto – lo portano ad allontanarsi, già dalla fine degli anni sessanta, da questa interpretazione e da questa posizione, e a sviluppare successivamente una teoria dell’‘autonomia del politico’, influenzata anche dalla lettura di Carl Schmitt: una visione ‘realista’ della politica, che pone in evidenza la sua centralità – di quella dello Stato e del partito – come luogo dell’azione e della mediazione (Sull’autonomia del politico, 1977). In questi anni si riavvicina al PCI, entrando a far parte del Comitato centrale, e partecipa, negli anni ottanta, all’esperienza intellettuale della rivista Laboratorio politico. Docente universitario di Filosofia politica e Filosofia morale, è stato eletto senatore per il Pds, nel 1992, e per il Pd, nel 2013. Nel 2004 è diventato presidente del Centro di riforma dello Stato, fondato da Pietro Ingrao.
Negli ultimi anni ha ripercorso criticamente la parabola del declino della sinistra e, più in generale, della politica, come crisi compiuta della modernità e delle prospettive di liberazione umana del Novecento, maturando una visione pessimista della storia, e ha sviluppato un’attenzione particolare alla teologia politica, esito di una valorizzazione della spiritualità come dimensione umana imprescindibile. Tra le sue opere recenti, La politica al tramonto (Einaudi, 1998), Dall’estremo possibile (Ediesse, 2011), Per la critica del presente (Ediesse, 2013), Dello spirito libero. Frammenti di vita e pensiero (il Saggiatore, 2015), Il demone della politica. Antologia di scritti (1958-2015) (Il Mulino, 2018).
La scuola di politica nasce nell’ambito delle iniziative di Grande come una città, un gruppo di persone nato nel Terzo Municipio, con l’idea di promuovere iniziative, incontri ed eventi nell’ambito di una chiamata alle arti permanente rivolta a tutti i cittadini.
Pensiamo che la cultura sia uno strumento di educazione al confronto e all’immaginazione della società, nelle mani di una moltitudine di persone che si mette in rete riappropriandosi degli spazi pubblici e privati, trasformando giardini, parchi, cortili, piazze, circhi, librerie, cinema, scuole, biblioteche in piccole agorà, snodi di un tessuto comunitario, luoghi in cui desideri, riflessioni e punti di vista trovano espressione e ascolto.
La scuola di politica popolare “Il Terzo Incomodo” è una scuola a iscrizione gratuita, aperta a tutte e tutti, uomini e donne, ragazze e ragazzi, donne e uomini di pace, costruttori e costruttrici di ponti, che hanno voglia di mettere insieme dubbi, riflessioni ed esperienze, di unirsi per dar vita a pensieri e a pratiche comuni, e che credono possibile lavorare insieme per trasformare il mondo.
Il Terzo Incomodo è quello che ti sorprende, l’ospite inatteso, la variazione sul programma definito, è il granello di polvere che inceppa l’ingranaggio e ne modifica il movimento e la direzione, è il seme che coltiva spazi abbandonati o ancora tutti da immaginare…
L’idea della scuola è di offrire strumenti per comprendere la complessità del nostro tempo, analizzandone i temi e le teorie critiche più rilevanti, attraverso un percorso di rialfabetizzazione democratica. Si discuterà, tra i vari temi, di modelli economici e politici, democrazia e post-democrazia, beni comuni, razzismi e femminismi, identità e migrazioni, partecipazione e beni comuni, mediattivismo e comunicazione.
Il calendario dettagliato di tutti gli incontri, con le date e le informazioni relative alle lezioni e ai laboratori, verrà reso disponibile nelle prossime settimane.
La scuola è articolata in incontri seminariali tematici e laboratori pratici, che avranno luogo da gennaio a luglio 2019.
* accessibilità – non sono presenti barriere architettoniche
* linee ATAC – http://www.atac.roma.it
* fermata Jonio/Talenti – 60, 63, 69, 337, 344, 351, 435
* info: [email protected]
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Lezioni precedenti
18/01/2019 – I lezione – Ida Dominijanni – Democrazia al limite
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