Desdemona è tornata

Non scriverete mai più la vostra storia sui nostri corpi

Martedi 30 Novembre 2021 – h 20
Teatro 7 Off, Via Monte Senario, 81

Desdemona è il simbolo di un femminicidio, e nulla può cancellare un atto infame come questo, puro prodotto di un ego maschile malato, dove il confronto e la necessità di affermazione sono giocati nel rapporto fra uomini e la donna diventa l’oggetto – puro oggetto – della contesa.

Ma cosa potrebbe dire Desdemona di sé, se riavvolgesse il nastro della sua vita e tornasse a guardarsi con occhi liberati dal velo che ancora impedisce alle donne di reagire?  Ho voluto puntare il dito e scavare proprio questo aspetto, oggi più che mai urgente. Qui in scena ci sono tre “Desdemona”, non appunto perché sono tre donne uccise dal marito o fidanzato o partner come purtroppo avviene ancora quotidianamente, ma Desdemona come figura simbolica della giovane donna ancora piena di incanto, che scambia per amore, o devozione, o desiderio di assecondare, il cedimento del proprio spazio all’altro, convinta così di suggellare un’unione che diventa invece sacrificio di sé. Si tratti dell’amato, della famiglia, del contesto di riferimento. Quale muro, quale illusione, quale ordine interiore che la cultura patriarcale alza dentro l’anima delle donne nel momento in cui potrebbero spiccare il volo, inducendole a rientrare nell’ordine costituito, lasciandosi annullare. Uccise prima di essere uccise.

Sono giovani donne figlie degli stessi meccanismi micidiali di quella cultura, anche se apparentemente espressi in forme diverse. Tre amiche che ancora si ritrovano nella “stanza tutta per sé” per condividere lo slancio e la spensieratezza di quegli anni, ma anche le pressioni dalla cultura dominante, che sia incarnata da un uomo, dalla religione (che sia cattolica o musulmana) ma anche dalle madri – e forse questo è persino, paradossalmente, quello che più mi preme, in questo spettacolo – in una catena che di generazione in generazione continua a condizionare le donne fino a scegliere “liberamente” la stessa prigione, annullando quella parte di sé piena di desideri, spinte e obiettivi di realizzazione in una vita piena, viva e libera.

Donne nemiche di altre donne, come diventano le tre protagoniste, corrotte dall’ordine imposto, incapaci persino di toccarsi nella stessa misura in cui sono state intime nella condivisione. Fino a sbeffeggiarsi, insultando nell’altra proprio ciò che ha ucciso la parte più autentica e istintiva di sé. Ma come ogni conflitto autentico proprio questo le porterà a scoprirsi e a scoperchiare la memoria che consentirà loro una nuova consapevolezza di sé, e dell’importanza di avere le altre accanto per ritrovarsi. Un processo di rinascita che dalla perdita ci restituisce a noi stesse, scoprendoci parte delle altre anche nei nomi che ci definiscono.

di Anna Maria Bruni

In scena:

Emy / La ragazza scalza/ La Natura selvaggia                    Federica Bacchiocchi*

 Mimsy/ La signora per bene/ La Memoria                                      Silvia Casadei

Sofy/ La donna onesta/ La Conoscenza                                    Antonella Olivieri*

Musiche:

Le tourbillon de la vie – Jeanne Moreau

Blasé – Yasmina and Archie Sheep

Triptich: Prayer/Protest/Peace – Abbey Lincoln (We Insist! Freedom now suite)

Forse no – Maria Pia De Vito (Tumulti)

Luci:

Teatro 7 Off

Drammaturgia e regia Anna Maria Bruni*

*Laboratorio teatrale Spazio Donna San Basilio

Grande come una città
Grande come una cittàhttps://grandecomeunacitta.org
Grande come una città è un movimento politico-culturale, nato a Roma, nel Terzo municipio, per promuovere l’incontro fra le persone, creare luoghi e momenti di confronto, nella condivisione di valori come inclusione, nonviolenza, antifascismo, e nel rispetto di tutte le opinioni, etnie, religioni e orientamenti sessuali.

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