Adrian La serie

Ha fatto molto discutere la serie creata e scritta da Celentano, una produzione costata 28 milioni di euro e durata dieci anni. Tali presupposti farebbero presagire un prodotto di qualità se non eccelsa, almeno di buona fattura ma, a dispetto dell’investimento stanziato, Adrian ha deluso la maggior parte del pubblico. In questa recensione si analizzeranno gli aspetti che rendono Adrian una serie tanto particolare.

La Storia

La trama della serie si ambienta nell’Italia del 2068; il paese è stravolto da un’urbanizzazione fuori controllo ed è caratterizzato da una democrazia soltanto apparente, perché il potere è gestito da pochi uomini potenti tra politici corrotti e mafia. La Mafia, che non si muove più nell’ombra, ma agisce come una qualsiasi impresa e ha una sede tutta propria, e marchio, ovvero Mafia International®; è gestita dal temibile Dranghestein, ingegnere intenzionato ad arricchirsi sulla speculazione edilizia, grazie all’appoggio del governo. Adrian, il protagonista, si contrappone all’establishment politico, risvegliando le coscienze e facendo aprire gli occhi su come il benessere offerto dal governo è solo una motivazione di facciata che permette ai potenti di fare ciò che vogliono a discapito della Bellezza. Come? Al concerto di Capodanno viene data la possibilità a uno spettatore di cantare sul palco e il cantante Johnny Silver sceglie proprio Adrian per prendere il suo posto, grazie alla sua canzone I want to Know. Adrian riesce a risvegliare le coscienze del pubblico e da lì partirà la lotta per la rivoluzione che ribalterà le sorti del governo e del suo operato. Ovviamente i nemici non se ne stanno con le mani in mano e iniziano una caccia all’uomo per individuare e catturare Adrian, di cui nessuno  ricorda il volto (non si capirà mai il perché) ma, partendo dall’unico indizio che hanno, ovvero che l’uomo che ha cantato al concerto di Capodanno fa di mestiere l’orologiaio. Si continua a parlare tanto del misterioso orologiaio, al punto che si crea un seguito di estimatori, alcuni dei quali verranno presi di mira dal governo. Adrian riesce a portare dalla sua parte i migliori agenti del governo con la persuasione delle sue parole e creare nuovi personaggi che serviranno a scopi diversi. Grazie alla sua abilità di camuffarsi, Adrian riesce a creare nuove identità. È nei panni della Volpe, con una maschera datagli da Gilda e un completo nero, mentre indossando gobba, nasone, parrucca e occhiali, diventa Darian. La Volpe è il giustiziere della notte che impedisce le aggressioni a cittadini innocenti, mentre Darian inganna il governo sulla vera identità dell’orologiaio. Adesso, se avete visto la serie saprete quanto appena descritto non possa essere minimamente preso sul serio a causa delle dinamiche con le quali vengono compiute, una delle cose che più ha inciso pesantemente sulla trama è proprio l’egocentrismo di Celentano e la capacità di Adrian di risolvere i problemi. Non è mai realmente in difficoltà, è il più bravo di tutti, riesce sempre a cavarsela nelle situazioni più disperate, questa è una costante nel corso della serie, tanto che impedisce di creare tensione nello spettatore nelle scene d’azione e nel momento in cui capita di vederlo malmenato, nella seconda parte della serie, ti stupisci. Evoca le emozioni sbagliate nella scena sbagliata. Da qui in poi parlerò della serie come se chi mi sta leggendo l’abbia già vista o, semplicemente, non si prenderebbe la briga di guardarla per intero.

Victim Blaming 

Un passaggio che ha fatto molto discutere – oltre la qualità mediocre della serie – è una scena di tentato stupro. Adrian, nelle vesti della Volpe, cerca di difendere due ragazze prese di mira, in modo premeditato, da uomini malintenzionati. Questi delinquenti adocchiano le giovani in un locale durante un evento dedicato all’orologiaio. Uscite dal locale vengono accerchiate e aggredite; a salvarle è l’intervento della Volpe, che neutralizza gli aggressori. Adrian si avvicina alle ragazze ancora impaurite e sotto shock, dicendo loro: «Posso assicurarvi che non vi farò del male. Se aveste bevuto qualche bicchierino in meno forse avreste evitato l’increscioso approccio con dei tipi così poco raccomandabili». Questa infausta frase ha suscitato molte polemiche perché ricade nel victim blaming, ovvero dare il colpa a una persona per un’azione che subisce in parole povere sarebbe “ve la siete cercata”. Tuttavia estrapolata dal contesto, la frase altera la lettura del quadro complessivo, vi spiego subito perché. Successivamente si apprende che gli aggressori non erano tipi qualunque bensì erano tutti maestri di arti marziali, quindi ricapitolando: i malintenzionati hanno seguito le ragazze fuori dal locale aspettando il momento giusto, avevano il vantaggio della superiorità numerica, forza e conoscenza nello scontro corpo a corpo e la colpa dell’accaduto Adrian la attribuisce all’alcol. La contraddizione è evidente ma può essere spiegata in modo semplicissimo: la reazione che voleva suscitare la scena probabilmente era «wow, ma è fortissimo se è riuscito a sconfiggere degli avversare così temibili!» . Ecco che l’ego di Celentano influisce con tutto il suo peso devastando le logiche all’interno della trama sconclusionata, a dir la verità quella paternale è contraddittoria anche nel quadro generale della serie. Ci si accorgerà nel corso delle puntate che i tentativi di stupro sono un’altra costante, avvengono così spesso che dà l’impressione di essere una brutta abitudine nella Milano del 2068. Tant’è che si vede una donna che appena incrocia lo sguardo di sconosciuti inizia a scappare e questi iniziano a correrle appresso. Adesso che ci siamo tolti il sassolino dalla scarpa si può parlare delle altre brutture. 

La donne in Adrian

Celentano dà una visione distorta delle donne. Approcci, reazioni e comportamenti sono del tutto surreali. In particolare, Gilda viene totalmente devastata nella sua intelligenza, e non per colpa sua. Il motivo per cui si dubita fortemente dell’intelligenza di Gilda è che non riconosce il suo Adrian quando è travestito da Volpe e di Darian, perché sostanzialmente è impossibile non riconoscerlo o non dubitare del travestimento. Attribuisco la colpa di questo al fatto che Celentano volesse Adrian così superiore agli altri tanto da volere che le sue astuzie non venissero capite neanche da Gilda che finisce inevitabilmente per sembrare terribilmente stupida. Gilda apprende che Adrian è sia la Volpe che Darian solo quando le viene detto o quando è palese. Il fatto che Gilda dovesse essere totalmente all’oscuro degli alter ego di Adrian è giustificato dal fatto che era per tenerla al sicuro, come fanno i supereroi quando si tratta dei loro cari ma trovo che qui non sia la stessa cosa. In genere i supereroi hanno una routine di persone comuni, passano inosservate davanti allo sguardo di chi non li conosce, riescono comunque a trovare delle scuse per la loro assenza e fanno in modo che chi gli sta attorno non si preoccupi se vanno in missioni pericolose. In Adrian è l’esatto opposto. Tutti sono alla ricerca dell’orologiaio e Adrian rischia di essere preso in qualsiasi momento, Gilda vive continuamente in uno stato d’ansia, e il fatto che Adrian abbia inventato Darian non la rassicura, anzi pensa addirittura di ucciderlo. Adrian intanto con sorriso beffardo cerca di rincuorarla ma lo fa in maniera talmente arrogante da farla sembrare una presa in giro, quando invece veste i panni della Volpe e torna a casa non dà alcuna giustificazione della sua assenza. Tutto questo porta Gilda a comportarsi in maniera irrazionale. Nell’ansia di non riuscire a spiegarsi quello che succede alla sua metà, cerca di uccidere Darian ma Adrian le sottrae di nascosto la pistola. A causa delle sue assenze notturne si convince che lui abbia un’amante e, nel momento in cui si confronta con lui, la schernisce. A questo punto non era il caso di dire la verità a Gilda sulle altre identità di Adrian? Gilda si sarebbe agitata di meno e avrebbe potuto dare appoggio. Giungiamo quindi a un altro aspetto, ovvero che le donne in Adrian non danno alcun contributo concreto, si dice che dietro un grande uomo ci sia una grande donna ma l’ego di Celentano fa in modo che Adrian se la riesca a cavare sempre da solo e, anche quando si tratta di lavori di squadra, funzionano solo se a capitanarli c’è Adrian che si pone a dare ordini a tutti gli altri. A un certo punto, il governo riesce a prendere Darian e a portarlo in prigione (doveva pur succedere prima o poi; a questo punto i due agenti dicono di Darian a Gilda), in una prigione di massima sicurezza da cui non è mai riuscito a evadere nessuno, Darian e Gilda si adoperano per attuare un piano d’evasione, quale sarà il piano che riuscirà nell’impresa di liberare Darian? Quello di Darian, ovviamente. Nonostante il piano di Gilda sia più elaborato e decisamente più credibile, Darian si libera grazie all’aiuto dei carcerati che gli indicano l’unica zona non sorvegliata di un carcere di massima sicurezza e cambia il suo aspetto in Adrian, non viene riconosciuto e riesce a scappare con il furgone dei panni sporchi. Gilda riesce comunque a liberare un amico dell’orologiaio, travestito da Darian, e infine constatare, insieme agli altri che l’hanno aiutata, che Adrian è così brillante che non ha bisogno dell’aiuto di nessuno. 

A causa della scena del tentato stupro descritta prima, sono arrivate delle accuse di sessismo verso Celentano, questo influisce sulla seconda parte della serie trasmessa mesi dopo che risponde al sessismo della prima con altro sessismo, ma questa volta rivolto agli uomini. E come se non fosse abbastanza, negli intervalli del cartone, la Pastorelli tratta di femminismo che probabilmente per il pubblico medio di Mediaset è avanguardia pura, ma per chi di femminismo ha almeno le basi sono discorsi terribili.

Il concetto di Bellezza in Adrian

Capiamo fin da subito che Adrian odia l’architettura moderna, ma cosa intende per Bellezza? Ebbene credo che oltre la natura e l’architettura intenda anche le donne, ma andiamo con ordine. Le cose belle sono quelle che subiscono maggiormente attacchi da parte del governo e dalla parte di società simpatizzante con esso. Durante l’esperienza in carcere Darian cerca di dare una spiegazione di bellezza ai carcerati per portarli dalla sua parte e prende come esempio il poster appeso alla parete dove è raffigurata una donna, chiede loro se la trovano bella e sembra voler spiegare anche l’universalità della bellezza, perché tutti rispondo allo stesso modo. Oltre a questo, nell’ultima puntata di Adrian riprendo ciò che dice il narratore: «Secondo Adrian, Dio avrebbe fatto in modo che tutte le bellezze, non solo paesaggistiche, ma dei cieli e dei mari e della terra fossero interamente simboleggiate in un qualcosa di cui si potesse udire anche il suono della parola, e questo qualcosa è lei: la donna». La Bellezza in Adrian viene presa di mira e nel caso delle donne questo avviene nei continui tentativi di stupro nei quali la Volpe è sempre pronto a proteggere le povere sfortunate, viene sempre ripreso il discorso per il quale la gente vile non può realmente apprezzare la bellezza e l’amore che è insito nelle donne. Questo spiega le continue scene di sesso o la ripresa, anche fuori contesto, dei disegni a sfondo sessuale. La natura invece viene aggredita per colpa della speculazione edilizia e della costruzione incontrollata e sregolata che rovina quello che un tempo era la campagna e le vecchie costruzioni di una volta, tutta questa critica sulla natura invece viene mossa da Darian con una visione nostalgica di quella che era la Milano di una volta, critica chi inquina l’ambiente e, in particolare, tutti coloro che hanno rovinato quella Milano solo per interesse.

La Rivoluzione

Dopo aver ammaliato le persone ed essere riuscito a crearsi un seguito, Darian, con l’appoggio dei suoi sostenitori, cerca di far giungere la sua voce in tutta Italia per rendere ancora più numerosi i rivoltosi contro il governo. Il problema è come questo accade. Darian crea una tv pirata – motivo per cui finisce in prigione – e tiene discorsi sovversivi per svegliare le coscienze. In uno di questi, parla della pericolosità degli OGM – disinformazione pura – e in un altro denuncia le nefandezze della Mafia International®, nonostante abbia una sede con il proprio nome scritto sopra e sembri agire alla luce del sole. Comunque, Dranghestein non può proprio tollerare una cosa del genere e gli uomini di potere fanno di tutto per metterlo in prigione; Darian riesce comunque a uscirne e continua i suoi discorsi, uno dei quali, oltre a parlare di natura, parla di come Nord e Sud Italia non devono essere separate perché parti dello stesso paese. Quello che mi chiedo è: perché in nessuno dei suoi discorsi parla di porre fine alle violenze, soprattutto facendo leva sulla situazione di terrore che devono vivere le donne ogni giorno? Perché non cerca di colpire un target preciso di popolazione? Ma come avviene infine questa rivoluzione? In realtà non si capisce. Il governo cerca di screditare la battaglia di Adrian con una serie di attacchi terroristici che vengono poi attribuiti a Darian, in uno dei quali, per essere sventato, rimangono uccisi Darian e Johnny Silver, diverranno gli eroi della battaglia, che porterà avanti Gilda accusando Dranghestein (il quale rimane sempre permaloso), che decide di rapire e sopraffare con lo stupro lei e altre due donne. È strano che Adrian sia morto, vero? Ma a salvare Gilda e le altre sarà la Volpe e, durante lo scontro, Gilda scopre finalmente che Adrian è vivo, perché si toglie la maschera. Dranghestein viene sconfitto, le case tanto odiate da Celentano vengono demolite e tutti sono contenti anche quelli che non hanno più una casa. 

Architettura e ambiente

Nel finale di Adrian in pratica si divide la città del passato e la città del futuro facendo una divisione netta per tipologie architettoniche (ambientandosi sia a Napoli che a Milano, non ho ancora capito come) perché queste possano esistere entrambe ma solo se separate. Prima fa tutta la questione che nord e sud non devono essere divisi, perché fanno parte dello stesso paese e poi divide la città in due. Come già detto avvengono una serie di demolizioni e ci va di mezzo anche il Pirellone che attualmente è considerato bene culturale della regione Lombardia, e nel 2068 dovrebbe avere addirittura un secolo e mezzo di vita. Anche le architetture identitarie del luogo vengono distrutte solo perché non piacciono a Celentano. Il modello da lui proposto, una città a bassa densità abitativa e avvolta dalla campagna, mi ha ricordato molto Broadacre City, ideata da Wright, e visto che è già stata teorizzata una simile città, vi posso illustrare anche i difetti di questo assetto. Nonostante l’idea sia quella che la natura sia predominante rispetto all’architettura, non fa che aumentare il consumo di suolo, perché aumentano le sagome degli edifici sul territorio per ogni singolo nucleo familiare, mentre un edificio che può ospitare più nuclei può rendere possibile costruire su meno terreno. Inoltre, con la crescita demografica, aumentano anche le case e i terreni che queste dovrebbero coltivare, togliendo così spazio ai luoghi dove dovrebbe svilupparsi la biodiversità di animali e piante, quindi andando a colpire i polmoni verdi. Un vero e proprio attacco alla natura selvaggia, considerando che un modello così sparso aumenta anche l’uso dell’automobile e, quindi, inquinamento e congestione. Quello di Celentano è un ambientalismo di facciata, all’ambiente dà una connotazione puramente estetica, a Celentano interessa il paesaggio che cambia a causa degli usi che ne fa l’uomo per puntare il dito contro qualcuno, è totalmente incapace di proiettarsi nel futuro perché non ha una lettura del presente. Nel futuro dov’è finita tutta la legislazione a favore dell’ambiente creatasi negli anni ’90? Che fine hanno fatto tutte quelle battaglie ambientaliste? Non ci viene spiegato. Probabilmente non fa che riproporre gli stessi temi con le modalità degli anni del boom economico (nel cartone si parla di boom economico e di crisi, sono ancora incerta sul significato).

Le canzoni che non sono di Celentano

Nella pausa fra una metà di serie e l’altra Celentano ha apportato modifiche al cartone per renderlo più piacevole al pubblico, con scarsi risultati ma ha deciso di cavalcare le ultime tendenze proponendo sé stesso come precursore di Greta Thunberg e la canzone sul Climate Change (basta cercare Sing for the Climate per ascoltarla) ma invece di adattarla, hanno fatto cantare una donna adulta con la voce di una ragazzina. Mi è un po’ dispiaciuto che non sia stata riconosciuta, alcuni hanno pensato che Celentano avesse storpiato Bella Ciao, ma la canzone che avrà fatto storcere il naso a tutti è un’altra. Le donne che stavano per essere vittime di Dranghestein trovano nuova forza e iniziano ribellarsi agli uomini(?) e alle violenze di cui è vittima il genere femminile. Ho ricercato su internet una possibile canzone di riferimento, è spuntata fuori una canzone chiamata La Lega (no, non quella lega), un canto socialista delle donne della pianura padana datata fra il 1900 e il 1914, che a dir la verità a me non dispiace affatto, il problema è l’adattamento che ne ha fatto Celentano. La rielaborazione della canzone viene usata due volte in momenti separati, una nel finale e un’altra quando si vede una carcerata canticchiare, ve le metto a confronto:

Sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
per amor dei nostri figli
sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
in lega ci mettiamo

abbiam delle belle buone lingue
abbiam delle belle buone lingue

[…]

Noi che siamo donne
Paura non abbiamo
di voi maledetti vigliacchi capaci solo di stuprare
se un giorno pagherete il male che ci fate
il male che ci fate un giorno pagherete
Noi che siamo donne
Paura non abbiamo
Dei vostri modi perversi
di concepire l’amore 

Noi siamo delle belle belle bionde
Noi siamo delle belle belle bionde

Sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
per amor dei nostri figli
sebben che siamo donne
paura non abbiamo
per amor dei nostri figli
in lega ci mettiamo
[…]

Noi che siamo donne
abbiam delle belle buone lingue
abbiam delle belle buone lingue

 

Paura non abbiamo
di voi maledetti vigliacchi capaci solo di stuprare
se un giorno pagherete il male che ci fate
il male che ci fate un giorno pagherete
Noi che siamo donne
Paura non abbiamo
Dei vostri modi perversi
di concepire l’amore

Noi siamo delle belle belle bionde
Noi siamo delle belle belle bionde

 

In conclusione, vi dico brevemente cosa penso. Io adoro Adrian. È meraviglioso come davanti a un ampio ventaglio di scelte si ricada sempre in quella completamente sbagliata o nonsense. Ci sono apici di trash del tutto imprevedibili e, nell’attesa di questi momenti, in mezzo a una trama a volte noiosa e banale, sono connotati da un climax costruito in maniera improbabile. Veniamo trascinati in un mondo completamente folle dove ogni logica non è realistica ma celentanizzata, i presupposti su cui si basa la trama sono sbagliati e il finale è peggio. Non sapete le risate che mi sono fatta, se dovessi descrivere la serie in una frase sarebbe: Adrian è la sublimazione del brutto.

Perché è facile fare una cosa banale, ma brutta a questi livelli ci vuole proprio impegno, non sarà facile trovare di peggio.

.

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Grande come una città
Grande come una cittàhttps://grandecomeunacitta.org
Grande come una città è un movimento politico-culturale, nato a Roma, nel Terzo municipio, per promuovere l’incontro fra le persone, creare luoghi e momenti di confronto, nella condivisione di valori come inclusione, nonviolenza, antifascismo, e nel rispetto di tutte le opinioni, etnie, religioni e orientamenti sessuali.

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