Le illustrazioni di Émile-Antoine Bayard per “Dalla terra alla luna” di Jules Verne (1870)

Da Le Mille e una notte di Sherazade al viaggio fantastico di Astolfo sulla Luna alla ricerca del senno perduto di Orlando, la Luna ha, dall’alba dei secoli, incantato le notti dell’uomo. L’affermazione “Non c’è alcun dio quassù”, pronunciata da Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio, ha inciso solchi profondi nell’immaginario collettivo. Il 21 dicembre 1968, pochi giorni prima di Natale, i viaggiatori dell’Apollo 8 furono i primi a poter vedere direttamente il lato oscuro della Luna, senza scorgere alcun senno perduto. L’anno dopo il LEM (Lunar Excursion Module) allunò e il primo essere umano mise piede su quello che di lì in poi non fu altro che il nostro caro satellite roccioso. L’immaginario collettivo sulla Luna era ormai cambiato per sempre.

Con De la Terre à la Lune, trajet direct en 97 heures 20 minutes, primo viaggio narrativo che vede la scienza protagonista di questa impresa, si lastrica la strada del genere Fantascienza. Nel 1865, nutrito di positivismo, Jules Verne, dopo Voyage au centre de la Terre, ci regalava un altro dei suoi voyages extraordinaires, termine creato originariamente dall’autore stesso e che, in Inghilterra, in riferimento alle opere di H. G. Wells, sarebbe diventato scientific fantasies. Fu nel 1929 che Hugo Gernsback, per la sua nuova rivista Science Wonder Stories, usò per la prima volta il termine science fiction.
A cent’anni da Verne, nel 1965, Italo Calvino reinventa il paesaggio lunare ne La distanza della Luna, racconto della raccolta Le Cosmicomiche affermando che

[…] Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia.

Ma l’influsso lunare strega anche il cinema. Nel 1902, con Le Voyage dans la lune, liberamente ispirato sia da Verne sia da I primi uomini sulla Luna di H. G. Wells, altro mostro sacro del genere Fantascienza che ha, con The Time Machine, inaugurato il topos del viaggio nel tempo, la Luna di George Mèliés invade lo schermo.
Di seguito vi presentiamo le xilografie Émile-Antoine Bayard all’edizione del 1893 di De la Terre à la Lune, trajet direct en 97 heures 20 minutes di Jules Verne, pubblicato da J. Hetzel (Paris, 1893).

 

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I lettori del classico di fantascienza di Jules Verne “Dalla terra alla luna” (De la terre à la lune) – che avevano lasciato il missile a forma di proiettile del Baltimore Gun Club sfrecciare nello spazio, insieme ai suoi tre passeggeri e a un cane – hanno dovuto aspettare ben cinque anni prima di conoscere il destino dei loro eroi. Non solo sono stati ricompensati per la loro pazienza da un bel seguito dell’avventura spaziale (che non vogliamo rovinare descrivendo qui), ma anche con l’aggiunta di una superba serie di xilografie per illustrare la storia.

L’insieme di immagini – probabilmente il primo in assoluto a descrivere il viaggio spaziale su basi scientifiche – è frutto del lavoro degli illustratori francesi Alphonse de Neuville e Émile-Antoine Bayard, sebbene sia sul contributo di quest’ultimo, che descrive scene riguardanti lo spazio, che ci siamo concentrati per questo post. Nonostante l’acume e la visione di queste illustrazioni, Bayard è ricordato piuttosto per un’immagine decisamente più terrena – un bozzetto di una Cosette con gli occhi tristi che spazza la strada, realizzata per l’edizione originale di Les Misérables di Victor Hugo (1865), e che negli ultimi quarant’anni o giù di lì, pervasa di patriottismo, ha adornato le locandine e i cartelloni teatrali di tutto il mondo al servizio del popolarissimo musical di Claude-Michel Schönberg, “Les Mis”.

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PS: forse noterete che le scansioni che alleghiamo di seguito non sono della migliore qualità. Sono il meglio che siamo riusciti a trovare online tra quelle senza restrizioni sul loro riutilizzo (immagini leggermente migliori possono essere trovate in Gallica – Biblioteca nazionale di Fancia.

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