Marilyn’blues, a 60 anni dalla morte di nuovo in scena

Sabato 22 ottobre h 21 SalAgnini, Roma, per l’apertura della stagione invernale

Quando irrompe l’osceno. Oltre le copertine patinate, il glamour, il racconto piccante che la cultura patriarcale erige a puntello del potere, io morgancrazy, io donna, io tutto e il contrario di tutto, universo delle possibilità, accompagno mia sorella Marilyn in scena e le do voce per raccontare 36 anni di vita, dal 1926 al 1962, che sono 36 anni che sconvolsero il DNA dell’America.

Dalla grande crisi all’irruzione di Hollywood, dal welfare roosveltiano all’economia di guerra. Antipodi espressi nel radicale conflitto fra libertà e irreggimentazione, combattuto dalla società civile in movimento con il jazz, la pop art, teatro e film off contro un governo razzista e affarista vestito di puritanesimo utile a ostracizzare chiunque uscisse dagli schemi del perbenismo.

Un governo pronto ad avviare il nuovo corso di un’economia permanente di guerra, con l’invasione della Corea e poi del Vietnam (da non dimenticare, durata fino al 1975) dopo l’affermazione imperialista ottenuta attraverso l’incoronazione a salvatrice della libertà contro nazismo e fascismo.

Il cuore di questa politica è stato il maccartismo, e proprio da questo nocciolo duro parto con la mia Marilyn per raccontare la storia dietro questa storia. Una storia che lei ha vissuto in prima persona, pagandone il prezzo sulla sua pelle per essere sola e “molto in anticipo per quei tempi”, come disse Ella Fitzgerald di lei, e accanto ad Arthur Miller nei giorni del suo interrogatorio, dopo essere stato denunciato dal suo amico Elia Kazan.

Qualcuno in passato, in campo antropologico, l’ha chiamata “La visione dei vinti”. Oggi, di fronte agli sconvolgimenti epocali che abbiamo davanti, con una sempre più evidente distanza fra ricchi e poveri e un sempre più palese cinismo nella gestione di un sistema vocato al profitto, siano pure armi e ancora e sempre guerra, morti, e devastazione della terra, appare altrettanto sempre più chiaro che il punto non è entrare nelle maglie del potere conquistando i vertici del successo, il punto è rovesciare un sistema basato sul potere.

Come ho amato dire di fronte all’entusiasmo per l’elezione di Obama, il punto non è se un nero diventa presidente USA, il punto è se un presidente USA diventa nero.

Staremo a vedere se questa è ancora “la visione dei vinti”. Marilyn dice no.

Sabato 22 Ottobre ore 21, SalAgnini, Viale Adriatico 136, Roma

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Grande come una città
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Grande come una città è un movimento politico-culturale, nato a Roma, nel Terzo municipio, per promuovere l’incontro fra le persone, creare luoghi e momenti di confronto, nella condivisione di valori come inclusione, nonviolenza, antifascismo, e nel rispetto di tutte le opinioni, etnie, religioni e orientamenti sessuali.

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