Il titolo sgombra il campo da qualsivoglia equivoco.
Le vedi, al mare, e sono un incanto più grande dell’azzurro dell’acqua. Calamìtano gli sguardi, per lo meno il mio, fin dove s’espande l’allure che le circonda. Non si tratta di essere belle o brutte, grasse o magre, giovani o di mezza età, si tratta di essere a posto. Ecco, loro sono a posto. Non si insabbiano, non sudano e soprattuto non si spettinano. Il seno resta elegantemente alloggiato all’interno del costume che nuotino o giochino a racchettoni.
Io? Sembro ‘na scappata de casa. Ciuffi di capelli creano un’aureola di rovi attorno al viso imbronciato e arrossato. Se mi alzo sposto una quantità di sabbia da svuotare Budelli, la metà della quale si appiccica alla crema solare spalmata, mea culpa, alla sans façon. Il costume mai a posto, o troppo sceso o troppo stretto e comunque mai in grado di contenere la mia strabordante joie de vivre. Loro sfilano il copricostume con gesto elegante e fluido? Io vi resto intrappolata come nel labirinto di Fiabilandia per uscirne svariati minuti più tardi accaldata e disorientata. Loro emergono dai flutti come sostenute dal dio Nettuno in persona, io arranco, sempre un filo barcollante, mi sfrango sul telo e qualche istante più tardi sono un incrocio tra un cappero di Pantelleria e una cotoletta alla milanese. Al bar della spiaggia giungono come se fossero appena uscite per andare in ufficio? Io arrivo che sembro una sfollata che ha dovuto abbandonare la propria abitazione mentre era intenta nelle pulizie di Pasqua e ordino il caffè appena prima che mi liquidino con un secco “grazie, non ci serve niente”.
Ho un po’ esagerato lo ammetto. Però in linea di massima è così ed è giusto. Loro amano l’estate, il mare e il sole. Io no. Aspetto l’autunno e, con l’autunno, una ritrovata presentabilità.