Sosteniamo a gran voce le donne, attiviste e femministe di Lucha y Siesta. La struttura, che attualmente ospita 15 donne e 7 bambini, è da più di dieci anni punto di riferimento culturale e luogo di orientamento, informazione, accoglienza e ascolto alle donne che ne hanno necessità, impegnato a tenere vivo il tessuto connettivo di una comunità. Continuando a procedere secondo la logica della messa a reddito di ogni risorsa pubblica, l’amministrazione capitolina si conferma incapace di riconoscere il valore dei servizi, sociali e culturali, resi al territorio da una realtà partecipata e solidale.
Di seguito il comunicato del 29 agosto delle donne, attiviste e femministe della Casa delle donne Lucha y Siesta
Lucha y Siesta: Comune, Atac e liquidatrici chiedono sgombero immediato
Comune, Atac e Tribunale hanno deciso: la Casa delle donne Lucha y Siesta va chiusa tra pochi giorni. La gravissima decisione ci è stata comunicata ieri con una lettera che annuncia l’interruzione delle utenze per il 15 settembre e l’immediato sgombero dello stabile. È così che Comune, Atac e Tribunale vogliono decretare la fine di una delle esperienze socio-culturali più preziose in città, e la soppressione del Centro e della Casa rifugio per donne che vogliono uscire dalla violenza più grande di Roma e della Regione Lazio.
La brutale accelerazione delle procedure di sgombero, nonostante le inconsistenti rassicurazioni dell’ultimo anno, oltre a causare sconcerto e apprensione per il futuro tra chi vive nella struttura (15 donne e 7 bambini), fa supporre che esista già un acquirente.
Da una parte quindi, il Comune di Roma, che fa della violenza sulle donne una vetrina politica, sceglie la precarietà dei bandi e lo svuotamento dell’approccio femminista al contrasto di questo fenomeno senza tutelare la prevenzione, la sostenibilità dei percorsi di fuoriuscita e la cultura che lo alimenta. Dall’altra l’Atac, affogato dai debiti per una storica cattiva gestione, svende il patrimonio a favore dei soliti noti speculatori.
Dobbiamo pertanto mettere in conto che non solo le interlocuzioni avute si sono rivelate, alla prova dei fatti, solo bugie e manipolazioni, ma che questa città allo sbando è in mano a liquidatrici e a tribunali fallimentari. La politica ha abdicato alla sua funzione pubblica per nascondersi dietro procedure giudiziarie e burocratiche, preoccupandosi come sempre degli interessi di pochi piuttosto che del benessere di milioni di persone che ci vivono. Oggi viene presentato il governo della discontinuità ma noi da qui, Roma – Pianeta Terra – non registriamo alcun cambiamento se non ingiustizia, accanimento e la solita incompetenza e incapacità politica. Da Lucha y Siesta non ce ne vogliamo andare, perché è necessaria più dell’aria.
Le donne, attiviste e femministe della Casa delle donne Lucha y Siesta