In occasione della manifestazione di oggi 24 maggio pubblichiamo un articolo di analisi, scritto due settimane fa, su ciò che colpisce del fenomeno Fridays For Future.
È un momento importante, si è risvegliata una coscienza ecologista, è il momento di scendere in piazza, c’è bisogno di tutti e di tutte!
Perché Greta e le sue compagne di Fridays For Future ci colpiscono tanto? Perché tutti ne parlano con orgoglio mentre altri la dileggiano?
Forse perché stanno riuscendo dove altri movimenti, associazioni, partiti ecologisti non sono riusciti, cioè mobilitare un movimento d’opinione mondiale in pochissimo tempo e con un entusiasmo mediatico che non si era mai visto su questi temi.
È sorprendente l’inedito patto di collaborazione tra scienziati e ragazzini. Che riprende i discorsi dell’IPCC, o di altri organismi di ricerca internazionali, che da anni raccontano i cambiamenti climatici. Ma gli scienziati fino adesso venivano percepiti, tranne rari casi, come degli urlatori al vento di catastrofiche notizie o al limite come enunciatori di numeri e statistiche incomprensibili. Qui invece li vediamo fianco a fianco sul palco, in televisione, li vediamo citati continuamente dai superlativi adolescenti che masticano numeri, proiezioni e stesse preoccupazioni.
Se ci fermiamo a riflettere un momento, in otto mesi è nata già una leadership di nuovi attivisti e un movimento globale che abbraccia 108 paesi diversi e che ha le idee molto chiare. Da quanto tempo non succedeva un miracolo del genere?
Poi vediamo che c’è una saldatura di tre generazioni di giovani che vanno dai 9 ai 22 anni che riempiono le piazze, che discutono a scuola, fanno politica, orientano i consumi.
Ma è ancora più forte la saldatura di tre mondi simbiotici e desiderosi di collaborare: studenti, insegnanti, genitori. Infatti i primi vogliono conoscere e mostrano entusiasmo ed emulazione verso Greta, i maestri si sentono finalmente liberi di poter insegnare educazione ambientale, infine i genitori che si sentono investiti da questa novità e sono costretti a partecipare e anche a cambiare il loro stile di vita. In questo, i ragazzi sono i più grandi promoter, sono martellanti fino allo stremo per una conversione ecologica del quotidiano. Ma non basta, sono i ragazzi che portano i genitori a manifestare, e rinasce – speriamo – dall’impulso dei figli un nuovo impegno civile.
Ma, citando Franco Lorenzoni, nelle parole di Greta Thunberg c’è una sfiducia del patto educativo vigente: studiare, diventare efficienti e prepararsi alla vita lavorativa non hanno più senso se questo è il futuro catastrofico che ci aspetta. Perdere delle lezioni di matematica non ha valore rispetto agli sconvolgimenti planetari che si prospettano.
Anzi dice molto di più: non c’è più fiducia verso il mondo degli adulti che ha raccontato bugie ai suoi figli, ha sprecato tempo, risorse naturali in nome del profitto. È una pietra tombale sulla retorica della costruzione del futuro per le nuove generazioni. Il futuro già sappiamo che farà schifo, se continuiamo così. Tocca agire stupidi adulti!
È chiaro a molti, ma forse non a tutti, che la parola d’ordine è cambiare il modello di sviluppo, ma la partita che c’è sotto è abbattere il capitalismo. Un sistema economico che c’è da solo 300 anni e che ci sta portando dritti dritti verso la sesta estinzione di massa.
Ma ciò che più mi fa commuovere e godere allo stesso tempo è che le tematiche dei Fridays For Future si sono già allargate, volano molto alto e ho sentito nella piazza del Popolo del 19 aprile il boato che si è prodotto quando sono state pronunciate queste parole: «ecologismo, femminismo e antirazzismo sono tutte la stessa battaglia».
La specie umana che ricrea un nuovo patto armonioso e sostenibile con la natura non può tollerare razzismi e patriarcato, che rispecchiano una visione del mondo che nega la contaminazione come motore evoluzionistico e usa il potere per lo sfruttamento dell’uomo sulla donna, sulle altre specie e sulle risorse naturali.
È nato un nuovo movimento: i presupposti c’erano tutti, erano solo sotto la cenere.
Che il nuovo fuoco divampi!
C’è bisogno di tutte e tutti, di ogni generazione per farlo durare a lungo.