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I treni dell’accoglienza
Una storia di miseria e nobiltà, una pagina poco nota dell’Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale: quella dei “treni della felicità”, i convogli che portarono da Sud a Nord – accolti per mesi da famiglie che diedero loro cura e istruzione – migliaia di bambini di famiglie finite in miseria.
A pensare questa a questa forma di solidarietà è, per primo, un gruppo di attiviste del Pci che hanno l’idea di chiedere alle famiglie contadine del Nord di accogliere i bambini a rischio miseria. Li porteranno in treno. Il primo convoglio parte da Roma il 19 gennaio del 1946 alla volta dell’Emilia e della Toscana: è carico di bambini provenienti dalla capitale e dalla provincia di Latina. A breve ne partiranno altri, anche su iniziativa del Comitato per la Salvezza dei bambini di Napoli. È un’iniziativa che non sfugge al clima politico del tempo – soprattutto alla contrapposizione tra democristiani e comunisti, sempre dipinti come i “mangiatori” di bambini – ma è comunque un successo.
Bruno Maida è professore associato di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino. Tra i suoi libri ricordiamo: Il futuro spezzato. Il nazismo contro i bambini, con Lidia Beccaria Rolfi (La Giuntina, 1997); Dal ghetto alla città. Gli ebrei torinesi nel secondo Ottocento (Zamorani, 2001); Prigionieri della memoria. Storia di due stragi della Liberazione Angeli 2002 (premio Ettore Gallo, 2005); La stampa del regime. Le veline del Minculpop per orientare l’informazione, con Nicola Tranfaglia (Bompiani, 2005); Artigiani nella città dell’industria. La Cna a Torino, 1946-2006 (Edizioni Seb27, 2007); Non si è mai ex deportati. Una biografia di Lidia Beccaria Rolfi (Utet, 2008); La Shoah dei bambini. La persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia, 1938-1945 (Einaudi, 2013), Auschwitz e la Shoah. Storia per immagini dell’olocausto, 1933-1945 (Edizioni del Capricorno, 2015), L’ infanzia nelle guerre del Novecento (Einaudi, 2017).