Sportello Psicologico
Ad aprile dello scorso anno, nel pieno del primo lockdown, un team di
cinque psicologhe psicoterapeute, alcune appartenenti al “Gruppo di
Antropologia e Psicologia Sociale” (GAPS) di “Grande Come una Città”,
ha realizzato uno servizio di ascolto e supporto volontario e gratuito.
Insieme a me Laura Taradel, Benedetta Guidarelli, Elena Brufatto e
Roberta Franchitti.
Appariva evidente, infatti, che l’emergenza sanitaria coinvolgesse in
pieno la sfera psicologica, e che i profondi cambiamenti richiesti al
nostro stile di vita avrebbero avuto importanti ripercussioni sul mondo
emotivo e relazionale di ognuno di noi.
L’OMS aveva già riconosciuto che stavamo assistendo a livello mondiale
ad una caduta psicologica della popolazione, una condizione di graduale
e generalizzata perdita di tenuta psichica, che ancora oggi si manifesta
con significativa sfiducia, mancanza di motivazione, stati di
preoccupazione generalizzata.
Fobie, ansia, sintomi depressivi, disturbi alimentari, problemi del sonno
sono alcuni dei disturbi che ci troviamo ad affrontare a seguito della
pandemia e dell’isolamento sociale. Con l’aumento del numero dei casi
nei centri di cura si è rilevato un abbassamento dell’età d’insorgenza del
malessere psichico.
Bambini e adolescenti hanno dovuto rinunciare alle relazioni con i
coetanei; la didattica a distanza e la sospensione delle attività sportive
hanno limitato fortemente quell’apporto alla crescita data dalla
presenza di adulti diversi da quelli del proprio nucleo familiare.
Sono aumentati anche i disturbi alimentari che ancora una volta
colpiscono significativamente anche i giovani.
Tra chi ha contratto il virus e i loro familiari, come tra gli operatori
sanitari che hanno lavorato nei reparti covid, si presenta spesso il
Disturbo Post Traumatico da Stress con sintomi quali problemi del
sonno, forte ansia, depressione.
Gli aspetti di fragilità nelle relazioni sono esplosi in conflitti difficili da
elaborare aggravati dalla situazione di confinamento.
L’accesso alle cure è divenuto ancor più difficile, e la necessità del
distanziamento ha portato all’interruzione o al diradamento di molti
trattamenti psicoterapeutici.
Consapevoli dell’esigenza di uno spazio protetto di ascolto, in
collaborazione con alcune realtà di cittadinanza attiva presenti sul
territorio, si è attivata la rete di solidarietà “TERZO A DOMICILIO”
fortemente sostenuta dall’assessora Claudia Pratelli.
Lo Sportello Psicologico prevedeva, dopo il primo contatto, la presa in
carico dell’utente da parte di una delle professioniste che organizzava
tre incontri telefonici o in videochiamata.
Le sedute avevano la durata di 45 minuti ed erano totalmente gratuite.
L’intervento era orientato in primo luogo all’ascolto e analisi della
domanda.
Laddove se ne ravvisava la necessità, se possibile, si orientava la persona
alle strutture presenti sul territorio in grado di fornire risposte adeguate.
In ogni caso l’intervento mirava a sostenere la persona nell’attivazione
delle proprie risorse interne e relazionali anche in caso di malattia o
lutto.
Ci siamo anche poste l’obbiettivo di fornire supporto ai sanitari e a chi si
trovava a trattare con malati di Covid19.
Inoltre, dove necessario e su richiesta dell’utente, si è data la
disponibilità a fornire successivi incontri a prezzo calmierato.
All’interno del gruppo di professioniste, in maniera naturale e
spontanea, si è creato un clima di collaborazione e buona sinergia che ci
ha portate a confrontarci costantemente, creando quindi un valore
aggiunto importantissimo rappresentato dalla continua intervisione sul
lavoro fatto a garanzia della qualità del servizio offerto.
Abbiamo subito ricevuto richieste di intervento per lo più legate a disagi
relazionali presenti all’interno delle famiglie.
Ci piacerebbe pensare che quest’esperienza, nata in una situazione
d’emergenza, possa rappresentare l’inizio di un percorso che porti la
psicologia clinica e la psicoterapia più vicine e accessibili a tutti.
Occuparsi di salute non può prescindere dall’aver cura anche del
benessere psicologico, oggi nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza)
rientrano anche psicologia clinica e psicoterapia, ma queste rimangono
per lo più dichiarazioni di principio, in realtà le risorse sono sempre
troppo scarse per garantire un servizio anche solo sufficiente.
In questo quadro rimangono cure possibili solo a quei pochi che possono
usufruirne nel privato.
Il nostro gruppo intende continuare a impegnarsi per una psicologia e
una psicoterapia accessibili e che sappiano valorizzare i risvolti sociali del
lavoro clinico, nella consapevolezza che se la salute è un diritto sta alla
politica renderlo reale.