Quale futuro per Lab!Puzzle – bene comune?
Al Presidente del III Municipio Giovanni Caudo
Abbiamo imparato a conoscerci già durante la campagna elettorale che ha portato, nel giugno del 2018, alla vittoria della coalizione di centrosinistra nel nostro municipio. Da lì in avanti ci siamo incontrati molte volte dialogando, con rispetto e chiarezza, ognuno dalla propria posizione: da una parte, una realtà politica e sociale di base, dall’altra, il rappresentante politico di un’istituzione.
E proprio per la chiarezza e la trasparenza che ha contraddistinto i nostri rapporti, abbiamo deciso di scrivere questa lettera pubblicamente, per chiedere di riannodare il filo del dialogo sul futuro dello stabile di via Monte Meta 21 dove, dall’occupazione del febbraio del 2011, è nato il Lab!Puzzle.
Un dialogo iniziato con un’assemblea molto partecipata lo scorso 17 febbraio, a cui sono seguiti due incontri nella sede del Municipio. Poi il percorso si è incomprensibilmente arrestato.
Siamo convinti che il futuro e il potenziamento delle tante esperienze sociali nate e cresciute nei quartieri della nostra città, sia un tema cruciale per il futuro di Roma. Centri sociali, associazioni, teatri – il tessuto vivo di una Roma che in questi anni di crisi e abbandono ha fatto da argine alla guerra tra poveri e alla desertificazione culturale – stanno subendo un attacco pesantissimo con richieste di sgombero ed esorbitanti richieste di denaro.
Chi si pone il problema governare la città mettendo al centro i bisogni delle periferie, degli ultimi e dei più deboli, a maggior ragione dovrebbe prodigarsi nel tutelare queste esperienze, riconoscendone il valore e la ricchezza rappresentati dall’organizzazione informale, dalla partecipazione, dalla riattivazione di competenze svilite dalla crisi e dai servizi autogestiti a bassissima soglia.
Per farlo sarebbe necessario riaprire un ragionamento sui beni comuni urbani che sia all’altezza della realtà che regolamenti e commi non tutelano.
Ripartire dal lavoro di Stefano Rodotà e dalle esperienze come quella dell’ex Asilo Filangieri di Napoli, troppo spesso citati a sproposito in convegni e interventi pubblici, senza riuscire però a metterne in pratica la radicalità.
Crediamo che in III Municipio esistano le condizioni per inaugurare un “laboratorio” – a cui tutta la città possa guardare con attenzione e speranza per il prossimo futuro – sull’utilizzo del patrimonio pubblico e sul riconoscimento delle esperienze sociali che vi abitano.
Proponiamo di farlo a partire dal Lab!Puzzle, uno stabile di proprietà comunale ma in carico al Municipio, che può diventare da subito un esperimento in tal senso, anche in linea con gli strumenti forniti dalla legge regionale in tema di amministrazione condivisa dei beni comuni di recente approvazione. Così come crediamo che tutto il patrimonio pubblico inutilizzato sul nostro territorio debba essere messo al centro di un percorso di partecipazione, in modo da diventare una risorsa per i nostri territori, come abbiamo proposto con la campagna “Vuoto a (P)rendere” con cui stiamo segnalando gli spazi abbandonati.
Siamo abituati misurare il rapporto con le istituzioni e la politica a partire dalla materialità delle lotte e delle battaglie che ci vedono coinvolti. Riconosciamo quindi a Lei come presidente – e alla Giunta nel suo complesso – una capacità di ascolto e di azione amministrativa che non ci può certo lasciare indifferenti: l’apertura degli spazi del municipio ai cittadini; la lotta per la chiusura del Tmb di via Salaria; il patrocinio di eventi culturali che hanno invaso lo spazio pubblico a partire dai quartieri più periferici; l’impegno per la riapertura del Cs Brancaleone; l’impegno al fianco degli inquilini delle case popolari sotto sfratto e l’istituzione di un Osservatorio sull’emergenza abitativa.
Sul tema degli spazi sociali e del loro futuro serve tuttavia fare un passo in avanti.
Chiediamo segnali forti e concreti a cominciare dalla celere riconvocazione di un tavolo di confronto tra gli occupanti e la Presidenza, che coinvolga anche la Giunta, il Consiglio e, soprattutto, gli esperti tecnici e amministrativi con cui individuare un percorso che porti al riconoscimento del Lab!Puzzle come Bene Comune urbano.
La comunità di Lab!Puzzle