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Per il ciclo La Quinta Nazione al mondo, Grande come una città presenta un incontro con Behrouz Boochani, giornalista e scrittore richiedente asilo, detenuto nell’isola di Manus. Con Behrouz Boochani, in diretta video, dialogheranno Omid Tofighian, Christian Raimo, Giorgio Vasta e Riccardo Noury. Traduce Martina Testa.
Behrouz Boochani 36 anni, laureato a Teheran in scienze politiche e geopolitica, è un giornalista, poeta e documentarista di origini curdo-iraniane. Ha fondato la rivista Werya, che gli è costata la messa al bando da parte del regime. Membro Onorario del Pen International, nel 2017 ha vinto il premio di Amnesty International Australia Media Award. Nel 2018 gli è stato conferito da Internazionale il premio per il giornalismo Anna Politkovskaja. Scrive per riviste internazionali, tra cui The Guardian. È ricercatore non residente alla Sydney Asia Pacific Migration Centre dell’Università di Sydney e professore associato alla South Welsh University. Con Arash Kamali Sarvestani ha diretto il lungometraggio Chauka, Please Tell Us the Time (2017) registrato all’interno del centro di detenzione su un telefono cellulare tenuto nascosto alle autorità. Insieme a Nazanin Sahamizadeh ha scritto lo spettacolo teatrale Manus. A luglio 2019 è iniziato il suo settimo anno di prigionia a Manus.
Nessun amico se non le montagne (Add Editore, 2019) ha vinto il Victorian Prize 2019, il NSW Premier’s Award 2019, l’Asia General Non Fiction Book 2019 e il National Biography Award 2019.
Omid Tofighian è docente di letteratura inglese e comparata all’American University del Cairo, ricercatore in filosofia all’ateneo di Sidney, docente presso la Scuola di Arti e Media all’UNSW. Collabora a progetti culturali con i rifugiati e i migranti. Ha tradotto dal farsi all’inglese le migliaia di messaggi whatsapp che compongono il libro di Behrouz Boochani Nessun amico se non le montagne.
Giorgio Vasta, scrittore e giornalista, ha esordito con il romanzo Il tempo materiale (minimum fax, 2008). Scrive sulle pagine culturali di la Repubblica, Il Sole 24Ore e de il manifesto. È direttore creativo di Bookpride dal 2017.
Riccardo Noury è portavoce di Amnesty International Italia, di cui fa parte dal 1980. Autore e coautore di libri sulle violazioni dei diritti umani, in particolare sulla pena di morte e la tortura, ha tradotto e pubblicato in Italia le poesie dei detenuti di Guantanamo. Scrive anche per il Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano, Pressenza e Articolo21.
Add Editore è da sempre attenta ai temi sociali, ai diritti, ai grandi problemi della contemporaneità. Accoglie i testi di chi si occupa di raccontare il nostro tempo e i suoi conflitti e vuole dare voce a chi spesso non ce l’ha.
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