dalle 17:30 alle 20:00
Sala Consiliare del III Municipio
piazza Sempione, 15 Roma
Il pensiero femminista non è certo un pensiero univoco e ha percorso molta strada ripensando le sue stesse nozioni: ci si è chieste, ad esempio, se il suo fine fosse l’uguaglianza tra donne e uomini o piuttosto la libertà delle donne di differire dagli uomini; o, ancora, se si potesse parlare – e in che senso – di uomini e di donne e, nel caso, come questa differenza interagisse con altre, e quindi se il suo fine non dovesse essere invece quello di permettere a ogni essere umano di esprimersi nella sua singolarità, e cosa questo significasse o come si potesse ottenere. Almeno da quando Simone de Beauvoir ha scritto Il secondo sesso e proposto la sua tesi che «donna non si nasce, lo si diventa», il femminismo ha legato le sue rivendicazioni pratiche a una riflessione teorico-filosofica. Questa riflessione è divenuta, in anni più recenti, terreno stesso di azione e rivendicazione, secondo l’idea che il linguaggio, l’ordine del discorso o le norme a esso implicite, segnino i corpi e le vite, e le loro opportunità.
Caterina Botti
Da questo multiforme pensiero femminista è sgorgato negli ultimi anni un nuovo ciclo di lotte, di mobilitazioni e di pratiche di libertà: di una libertà che non si lascia ridurre a pari opportunità di scelta (dei beni, del lavoro, del sesso), ma pretende di mutare la qualità della vita personale, della sfera pubblica, della convivenza umana.
La parola d’ordine della marea femminista che calca ormai da anni la scena pubblica transnazionale – dalla Polonia all’Argentina, dalla Spagna agli Stati Uniti fino all’Italia – è «intersezionalità». Essa rinvia al fatto che il dominio non ha mai una sola faccia e che l’oppressione non è mai a una sola dimensione, ma produce le gerarchie sociali intrecciando il genere, la razza, la classe. Intersezionale è dunque anche l’azione che scompiglia le identità.
Dove il potere ordina separando e murando le identità, la differenza disordina intrecciando relazioni e tessendo alleanze. È lo scompiglio che il “soggetto imprevisto” femminista, come lo chiamava Carla Lonzi, porta nello spazio pubblico da quando è venuto al mondo mezzo secolo fa. E che nello scenario politico di oggi si carica di nuove valenze e implicazioni.
Ida Dominijanni
Di tutto questo parleremo sabato 11 maggio nella IX lezione della Scuola di Politica del Terzo municipio, con Caterina Botti, docente di Filosofie femministe e di Studi di genere a La Sapienza Università di Roma e Federica Giardini, docente di Filosofia politica all’Università degli Studi Roma Tre.
Caterina Botti insegna Etica delle donne a La Sapienza Università di Roma, dove dal 2002 è anche docente del Master di II livello in Etica pratica e bioetica. È autrice di diversi saggi e numerose collaborazioni, nonché fondatrice della rivista Sophia. Le tematiche di suo interesse spaziano dalla più tradizionale riflessione filosofica sull’etica, sia teorica che applicata, all’approfondimento del pensiero filosofico femminista. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca europei sulla bioetica, materia di cui è stata in passato consulente presso diversi laboratori e istituti sanitari italiani. È nel comitato scientifico delle riviste Bioetica. Rivista interdisciplinare, Democrazia e diritto, Janus e della collana Etica e vita comune, di LED edizioni. Ha pubblicato Bioetica ed etica delle donne. Relazioni, affetti e potere (Zadig, 2000); Madri Cattive. Una riflessione su bioetica e gravidanza (Il Saggiatore, 2007); Prospettive femministe. Morale, bioetica e vita quotidiana (Espress edizioni, 2012); Prospettive femministe. Morale, bioetica e vita quotidiana (seconda edizione rivista e aggiornata, Mimesis, 2014). Ha curato Bioetica: discipline a confronto, con Fabrizio Rufo (Ediesse, 2002) e Le etiche della diversità culturale (Le Lettere, 2013).
Federica Giardini, dopo la laurea in Filosofia all’Università di Pisa, ha lavorato sul rapporto tra filosofia e psicoanalisi. Ha quindi approfondito la dimensione corporea dell’intersoggettività all’incrocio tra fenomenologia e filosofia della differenza. Le ricerche più recenti utilizzano la differenza come operatore per affrontare alcuni temi portanti della filosofia politica contemporanea, dalle relazioni di obbedienza/disobbedienza all’estensione dell’ambito politico all’ordine delle relazioni tra umano e non umano (‘cosmopolitica’). È coordinatrice di IAPh-Italia – Centro di ricerca di pensiero femminista, e direttrice del Master di I livello Studi e politiche di genere. Collabora con la comunità filosofica Diotima e con la S.I.L. – Società Italiana delle Letterate. È stata tra le fondatrici della rivista Sofia. Materiali di filosofia e cultura di donne (1989-1994) di La Sapienza Università di Roma e redattrice di European Journal of Women’s Studies (2000-2011) e di DWF.donnawomanfemme. È referee per ‘Feminist Studies’ e per ‘Theory Culture and Society’. È nel comitato direttivo della IAPh – Internationale Assoziation von Philosophinnen, di cui ha organizzato il XII Simposio Internazionale a Roma, nel 2006. È stata coordinatrice del Master di II livello in Filosofia e interculturalità (aa. 2005-2007).
È autrice di Relazioni. Differenza sessuale e fenomenologia (Luca Sossella Editore, 2004), L’alleanza inquieta. Dimensioni politiche del linguaggio (Le Lettere, 2011), Produzione e riproduzione. Genealogie e teorie, con Gea Piccardi (Edizioni Pigreco, 2015). I nomi della crisi. Antropologia e politica (Cedam, 2017). Ha, inoltre, curato Il pensiero dell’esperienza (Dalai Editore, 2008) con Annarosa Buttarelli e Sensibili guerriere. Sulla forza femminile (Iacobellieditore, 2011).
La scuola di politica nasce nell’ambito delle iniziative di Grande come una città, un gruppo di persone nato nel Terzo municipio, con l’idea di promuovere iniziative, incontri ed eventi nell’ambito di una chiamata alle arti permanente rivolta a tutti i cittadini.
Pensiamo che la cultura sia uno strumento di educazione al confronto e all’immaginazione della società, nelle mani di una moltitudine di persone che si mette in rete riappropriandosi degli spazi pubblici e privati, trasformando giardini, parchi, cortili, piazze, circhi, librerie, cinema, scuole, biblioteche in piccole agorà, snodi di un tessuto comunitario, luoghi in cui desideri, riflessioni e punti di vista trovano espressione e ascolto.
La scuola di politica popolare “Il Terzo Incomodo” è una scuola a iscrizione gratuita, aperta a tutte e tutti, uomini e donne, ragazze e ragazzi, donne e uomini di pace, costruttori e costruttrici di ponti, che hanno voglia di mettere insieme dubbi, riflessioni ed esperienze, di unirsi per dar vita a pensieri e a pratiche comuni, e che credono possibile lavorare insieme per trasformare il mondo.
Il Terzo Incomodo è quello che ti sorprende, l’ospite inatteso, la variazione sul programma definito, è il granello di polvere che inceppa l’ingranaggio e ne modifica il movimento e la direzione, è il seme che coltiva spazi abbandonati o ancora tutti da immaginare…
L’idea della scuola è di offrire strumenti per comprendere la complessità del nostro tempo, analizzandone i temi e le teorie critiche più rilevanti, attraverso un percorso di rialfabetizzazione democratica. Si discuterà, tra i vari temi, di modelli economici e politici, democrazia e post-democrazia, beni comuni, razzismi e femminismi, identità e migrazioni, partecipazione e beni comuni, mediattivismo e comunicazione.
La scuola è articolata in incontri seminariali tematici e laboratori pratici, che avranno luogo da gennaio a luglio 2019.
* info: [email protected] e [email protected]
* accessibilità – non sono presenti barriere architettoniche
* linee ATAC – http://www.atac.roma.it
* fermata Sempione – linee 90, 69, 60, 337, 86
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Lezioni precedenti
18/01/2019 – I lezione – Ida Dominijanni – Democrazia al limite
08/02/2019 – II lezione – Mario Tronti – Non possiamo vivere senza la politica
22/02/2019 – III lezione – Mario Pianta – I quarant’anni ingloriosi. Ascesa e caduta del neoliberalismo
26/02/2019 – IV lezione – Justin E.H. Smith – Classificare le persone nell’epoca dei social media 02/03/2019 – I laboratorio – Valerio Gatto Bonanni – Comunicazione-guerrilla
09/03/2019 – V lezione – Michael Herzfeld – L’ossessione identitaria. Ambiguità e razzismi
22/03/2019 – VI lezione – Francesca Re David e Roberto Ciccarelli – Lavoro e umanità
01/04/2019 – VII lezione – Iyad El-Baghdadi, Catherine Cornet e Giuliano Battiston – Il triangolo vizioso. Tiranni, terroristi e l’Occidente
06/04/2019 – II laboratorio – Valerio Gatto Bonanni, Emanuele Profumi – Laboratorio su facilitazione e partecipazione
12/04/2019 – VIII lezione – Guido Liguori – Egemonia e subalternità in Gramsci oggi
29/04/2019 – IX lezione – Fabrizio Barca e il Forum Disuguaglianze Diversità – Assemblea aperta sulle 15 proposte per la giustizia sociale
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