Classificare le persone nell’epoca dei social media

Justin E. H. Smith

Classificare le persone nell’epoca dei social media


26 febbraio 2019
dalle 18:00 alle 20:30
Liceo Ginnasio Statale “Orazio”
via Alberto Savinio, 40 Roma

Il vecchio mondo sta crollando. Le istituzioni precedenti l’epoca di internet si sforzano di far sentire la propria presenza sui social media. Gli aspiranti politici di sinistra e di destra sono eletti per effetto della loro attività sui social media, e il loro stesso interesse nell’ottenere incarichi politici sembra quasi ridursi a una strategia più ampia di espansione del proprio seguito sui social media. Perfino il Papa si è messo a twittare, un fatto interpretabile come il tentativo di aggiornamento modaiolo di una vecchia istituzione polverosa, o come il tentativo disperato di restare rilevante in un mondo che identifica la mancanza di parametri online – di click, like e followers – con l’inesistenza.
Allo stesso tempo, anche se alcuni legislatori e pontefici riescono a passare online, per tutti coloro che non rappresentano istituzioni – tutti i cittadini, tutti i soggetti umani liberi e irriducibili – il mondo online com’è stato progettato finora è un luogo che opprime, sfigura, compromette. Gli stessi algoritmi che tengono a galla i politici iperconnessi con i loro click, che permettono a questi ultimi di presentare le proprie piattaforme direttamente alla gente, a loro volta costringono i cittadini e i soggetti a pensare alle proprie vite e a presentare se stessi nello spazio pubblico (che oggi s’identifica con internet) come se essi stessi avessero delle piattaforme, come se gli individui umani fossero un aggregato di temi di discussione.
Vorrei sostenere che questo processo può essere visto come una sorta di rivoluzione industriale nella produzione di categorie di esseri umani, di nuovi “generi sociali” (per usare l’espressione con cui Ian Hacking ha adattato il concetto di generi naturali di John Stuart Mill). Le etichette per i generi di persone stanno proliferando come la plastica e si ritorcono sulle persone che le hanno coniate, portandole in molti casi a credere che le loro essenze siano catturate adeguatamente da termini che cinque anni fa non esistevano affatto. Come si è arrivati a questa situazione? Quali ne sono le probabili conseguenze politiche di lungo periodo? Queste sono le domande a cui vorrei rispondere nell’intervento.

Justin E. H. Smith (Reno, Nevada, 1972) è professore di filosofia e Direttore del Dipartimento di Storia e Filosofia della Scienza all’Università di Parigi 7 – Denis Diderot. È autore di numerosi libri, saggi e romanzi, assiduo collaboratore di The New York Times, Harper’s Magazine, Slate e Art in America ed editore di Cabinet Magazine. In italiano è stato tradotto Il filosofo. Una storia in sei figure (Einaudi, 2016). Il suo ultimo libro è Irrationality. A history of the dark side of reason, in uscita per Princeton University Press.
I suoi principali interessi di ricerca includono Leibniz, filosofia moderna, storia e filosofia della biologia, filosofia indiana classica, storia e filosofia dell’antropologia.

La scuola di politica nasce nell’ambito delle iniziative di Grande come una città, un gruppo di persone nato nel Terzo Municipio, con l’idea di promuovere iniziative, incontri ed eventi nell’ambito di una chiamata alle arti permanente rivolta a tutti i cittadini.
Pensiamo che la cultura sia uno strumento di educazione al confronto e all’immaginazione della società, nelle mani di una moltitudine di persone che si mette in rete riappropriandosi degli spazi pubblici e privati, trasformando giardini, parchi, cortili, piazze, circhi, librerie, cinema, scuole, biblioteche in piccole agorà, snodi di un tessuto comunitario, luoghi in cui desideri, riflessioni e punti di vista trovano espressione e ascolto.
La scuola di politica popolare “Il Terzo Incomodo” è una scuola a iscrizione gratuita, aperta a tutte e tutti, uomini e donne, ragazze e ragazzi, donne e uomini di pace, costruttori e costruttrici di ponti, che hanno voglia di mettere insieme dubbi, riflessioni ed esperienze, di unirsi per dar vita a pensieri e a pratiche comuni, e che credono possibile lavorare insieme per trasformare il mondo.
Il Terzo Incomodo è quello che ti sorprende, l’ospite inatteso, la variazione sul programma definito, è il granello di polvere che inceppa l’ingranaggio e ne modifica il movimento e la direzione, è il seme che coltiva spazi abbandonati o ancora tutti da immaginare…
L’idea della scuola è di offrire strumenti per comprendere la complessità del nostro tempo, analizzandone i temi e le teorie critiche più rilevanti, attraverso un percorso di rialfabetizzazione democratica. Si discuterà, tra i vari temi, di modelli economici e politici, democrazia e post-democrazia, beni comuni, razzismi e femminismi, identità e migrazioni, partecipazione e beni comuni, mediattivismo e comunicazione.

Il calendario dettagliato di tutti gli incontri, con le date e le informazioni relative alle lezioni e ai laboratori, verrà reso disponibile nelle prossime settimane.
La scuola è articolata in incontri seminariali tematici e laboratori pratici, che avranno luogo da gennaio a luglio 2019.

* accessibilità – non sono presenti barriere architettoniche
* linee ATAC – http://www.atac.roma.it
* fermata Jonio/Talenti – linee 60, 63, 69, 337, 344, 351, 435
* info: [email protected]

Clicca qui se non sei ancora iscritto alla scuola:

Lezioni precedenti
18/01/2019 – I lezione – Ida Dominijanni – Democrazia al limite
08/02/2019 – II lezione – Mario Tronti – Non possiamo vivere senza la politica
22/02/2019 – III lezione – Mario Pianta – I quarant’anni ingloriosi. Ascesa e caduta del neoliberalismo

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Grande come una città
Grande come una cittàhttps://grandecomeunacitta.org
Grande come una città è un movimento politico-culturale, nato a Roma, nel Terzo municipio, per promuovere l’incontro fra le persone, creare luoghi e momenti di confronto, nella condivisione di valori come inclusione, nonviolenza, antifascismo, e nel rispetto di tutte le opinioni, etnie, religioni e orientamenti sessuali.

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