Ci sono libri che avete letto; libri che conoscete e sapete di non aver letto. Ma ci sono una montagna di libri che non sapete di non aver letto, sono al di là della vostra conoscenza, e quindi del vostro desiderio. Capiamoci: ormai si acquista tutto su internet. Internet è meraviglioso. Cerchi quello di cui hai bisogno, quello che vuoi, e internet te lo dà. Soddisfa i tuoi desideri di acquisto o conoscenza. Ma ottenere ciò che vuoi non è sufficiente: «le cose migliori sono quelle di cui non conoscevi l’esistenza fino al momento in cui non le hai avute», dice Mark Forsyth nell’Ignoto ignoto. Le librerie e il piacere di non trovare quello che cercavi (Laterza, 2017). Per custodire quello che ancora non sapete di volere, ci vuole una libreria indipendente, uno spazio occupato con caparbietà dalla libraia che cerca, legge, ammucchia e setaccia tutta l’editoria globale per trovare il libro che fa per voi. E proprio con questo spirito il 21 marzo del 2015 è nata Bookish, la libreria indipendente a Montesacro, via Valle Corteno 50 proprio sull’ansa dell’Aniene, ristretta e resistente come il caffè forte: nemmeno trenta metri quadri di libri che valgono viaggi lunghissimi da un continente all’altro, passando per lo spazio profondo, la Terra di Mezzo, il Giappone o Macondo.
La libraia in questione è lei, Giorgia Sallusti, e cioè io: yamatologa, lettrice affamata e tenace, recensora tagliente. Spesso seduta al bancone dietro pile di libri che sfidano le leggi newtoniane della fisica, cerco i titoli migliori da mettere in scaffale, appena usciti oppure persi nelle nebbie dei tempi. Vendere un libro è difficilissimo. Devi innanzitutto trovare un volenteroso lettore; anzi, secondo le statistiche ufficiali, una lettrice. Poi la devi concupire con prose magnifiche, trame avvincenti, scrittori suicidi, manoscritti scomparsi e poi miracolosamente riapparsi nell’edizione economica a 9,99 euro iva assolta dall’editore. Come scrive Claudio Morici su Internazionale[1], «un libro non è un sacco di patate (salvo eccezioni) e le librerie, insieme alle scuole e alle biblioteche, sono l’ultima trincea a sostegno della lettura»; sembra una guerra? Forse perché lo è. Le librerie continuano a chiudere, e la loro importanza strategica nella cultura viene bellamente ignorata. Quindi l’esistenza stessa di una libreria indipendente è un atto di resistenza sul territorio. Resistenza che funziona se incontra i lettori, se li abbraccia e li conforta con la competenza di chi lavora tra gli scaffali. Bookish accoglie sui ripiani autrici e autori di ogni parte del mondo secondo la scelta migliore in fatto di edizione e traduzione; ospita l’editoria indipendente che spesso coincide con la qualità più alta che si possa trovare. E soprattutto da Bookish mi trovate a dispensare consigli, se richiesti, sui libri da leggere (leggete La fortezza della solitudine di Jonathan Lethem, ora). Una piccola libreria indipendente come Bookish è un luogo dove puoi ascoltare un autore che racconta il proprio libro, un rapper che ti parla di Brooklyn e via Nomentana assieme a un editore, e dove puoi assistere a un monologo su Ipazia e il femminismo e poi bere un bicchiere di vino, o due, o tre, mentre segui un laboratorio di scrittura. Bookish è anche uno spazio, e prendere parte agli spazi del territorio, renderli vivi e farne cultura è uno dei mattoncini preziosi che costruiscono un quartiere. Bookish è un pezzetto di questo.
Sito web: www.bookishlibreria.com
Fb: www.facebook.com/bookishlibreria
Twitter: https://twitter.com/georgienonfa
[1] Claudio Morici, Il delitto perfetto, indagini sulla chiusura delle librerie a Roma, Internazionale dell’8 giugno 2019.
Il ritratto di Giorgia Sallusti è di Carlo Busi