dalle 18:00 alle 20:00
Sala Consiliare del III Municipio
Piazza Sempione, 15 Roma
Il gruppo Storia di Grande come una città per il ciclo Amare la storia presenta Il riconoscimento internazionale dei Diritti Umani, incontro con la storica Laura Fotia.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – DUDU è stata adottata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948. La firma della DUDU è stata il risultato di lunghi ed estenuanti negoziati tra delegati degli Stati membri dell’ONU, avviati contestualmente alla conclusione del conflitto armato più drammatico della storia. La Seconda guerra mondiale ha causato la morte di circa 60 milioni di individui, gran parte dei quali costituita da civili, divenuti oggetto di persecuzione, deportazione e sterminio, oltre che di rappresaglie e di crimini di vario tipo. Il documento riconosce l’esistenza di un insieme di diritti ritenuti fondamentali per ogni essere umano, senza distinzioni di razza, colore della pelle, sesso, lingua, religione, opinioni politiche o di altro genere. Per la prima volta nella storia, la comunità internazionale si è assunta la responsabilità della tutela e della promozione di specifici diritti, posti alla base di ogni convivenza. Il riconoscimento dell’universalità di tali diritti implica la necessità che i singoli governi si impegnino a tutelare non soltanto i propri cittadini, ma anche quelli di altri Paesi. Dal 1948 la DUDU ha rappresentato lo standard internazionale dei diritti umani; giuridicamente non vincolante, la dichiarazione è il documento che ha ispirato la legislazione internazionale in materia di diritti umani sviluppatasi nei decenni seguenti. I principi affermati e, in generale, i contenuti della Dichiarazione sono diventati strumenti legali attraverso la stipula di accordi come il Patto internazionale sui diritti civili e politici – International Covenant on Civil and Political Rights, ICCPR e il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali – International Covenant on Economic, Social and Cultural Rights, ICESCR, che impegnano i Paesi aderenti a promulgare leggi volte alla promozione e alla protezione dei diritti sanciti. Esistono, inoltre, strumenti regionali finalizzati al riconoscimento e alla protezione dei diritti umani ispirati alla DUDU; le Costituzioni e le legislazioni nazionali di molti Paesi hanno, infine, recepito alcuni dei principi affermati nella Dichiarazione. Ciononostante, in molti Stati, a settanta anni dalla firma della DUDU, l’impegno nella difesa dei 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani può ancora costare la vita o la libertà personale. La lezione ripercorrerà le tappe che, a partire dalla fine della Seconda guerra mondiale, hanno portato alla firma della DUDU, della quale saranno analizzati nel dettaglio i contenuti; ci si soffermerà brevemente anche sui vari trattati internazionali in materia di diritti umani vincolanti per gli Stati aderenti, che verranno esaminati in prospettiva storica.
Laura Fotia, dottore di ricerca in Studi Europei e Internazionali, è assegnista di ricerca in Storia e Istituzioni delle Americhe presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi Roma Tre, dove svolge anche attività didattica. È membro del Comitato di Redazione della Rivista Italiana di Storia Internazionale e del Centro di Ricerca Interdipartimentale di Studi Americani – CRISA dell’Università degli Studi Roma Tre. È stata Research Fellow e Visiting Researcher presso diversi istituti di ricerca e dipartimenti universitari italiani, europei e americani. I suoi interessi di ricerca vertono principalmente su nazionalismo, immigrazione e diritti umani in America Latina nel XX secolo; propaganda e diplomazia culturale tra Argentina, Stati Uniti e Italia; processi di pace e giustizia di transizione in Centroamerica; attività delle organizzazioni non profit in America Latina. È referente del Progetto Migrazioni del Gruppo volontari di Roma di Medici Senza Frontiere, insegnante di italiano presso il Centro Stranieri della Caritas, attivista presso il gruppo 2 della Sezione Italiana di Amnesty International.
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